«Il primo atto da presidente? Comprarmi degli stivaloni». Giuseppe Lardieri, probabile candidato, cita l'emergenza massima, che in zona 9 si chiama Seveso, il «torrente» che da decenni manda sott'acqua interi quartieri. Ma non è sfiducia nelle vasche anti-piena, quella dell'azzurro, piuttosto partecipazione al disagio dei cittadini che durante le esondazioni si vedono allagare case e magazzini.
Un «effetto-Venezia» ben poco pittoresco. La presidente uscente Beatrice Uguccioni (Pd), assicura che la soluzione è vicina. I fondi ci sono, «resta l'impegno di Comune e Regione», «stiamo procedendo con la progettazione», «è chiaro che occorre chiudere nelle prossime settimane». E si dovrebbe fare nonostante le petizioni contrarie. Il possibile candidato Pd, Stefano Indovino, (l'altro «papabile» è Piervito Antoniazza, presidente del Duc Isola) garantisce che, con 4 vasche, le piene si evitano al 100%. «Per la vasca nel Parco Nord l'ok in giunta dovrebbe arrivare entro fine mandato». Per ora la Zona ha modificato il piano emergenze, che prevede allerta via sms e paratie mobili. Intanto sui rimborsi, per Andrea Pellegrini (Lega) «contrariamente a quanto promesso a molti cittadini non è arrivato che un simbolico contributo di solidarietà».
Uguccioni dopo due mandati è pronta per il salto in Comune. «Bilancio positivo», rivendica. «I quartieri sono abbandonati» tuona Lardieri, che chiede telecamere intelligenti ed elenca minuziosamente episodi di degrado e incuria. Ma è l'insicurezza la priorità per tutti. «I dati smentiscono chi parla di peggioramento, ma siamo attenti alla percezione di ogni cittadino», obietta la presidente. «Non drammatizzerei» conviene Indovino (oggi capogruppo) ma «occorre lavorare ancora». «La gente non denuncia neanche più» sostiene Gabriele Abbiati (Lega). «Manca la volontà politica di affrontare i problemi» per Pellegrini. «Le periferie sono state lasciate a un degrado che è un affronto alla dignità delle persone» dice Roberto De Lorenzo (Ncd). Dentro la questione insicurezza, si apre il capitolo abusivismo.
Per la sinistra, il passaggio a MM delle case popolari è un toccasana. Secondo Gabriele Legramandi (Fi) «la situazione di via Villani-Giuffré smentisce clamorosamente questa versione». Abbiati parla perfino di prostituzione nel complesso in zona viale Marche.Intere vie sono rimaste escluse dallo sviluppo scintillante dei grattacieli. «Ci sono 400 firme per la sicurezza di Farini-Stelvio - attacca Federico Illuzzi (Ncd) - Rispetto all'Isola, due città diverse in 100 metri». Di fallimento parla Raffaele Todaro (Fi): «La giunta non ha capito le vere esigenze di cittadini, preferendo l'indottrinamento ideologico».
Ma oggi opportunità di sviluppo non mancano. Come l'enorme caserma Mameli - ieri visitata dalla commissione Urbanistica comunale - un'area di 70mila metri quadrati fra edilizia (libera e sociale) spazi commerciali, e tre palazzine per artigianato e formazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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