Piano del territorio, via libera dalla giunta Parte la rivoluzione

La rivoluzione è partita. Ieri via libera della giunta al piano di governo del territorio, la maxi-delibera che dopo 25 anni manderà in pensione il vecchio piano regolatore. Ora l’obiettivo - tanto per dire - di allontanare a suon di regole i grossisti da Chinatown o di creare al posto dell’ex scalo Farini un parco grande come il Sempione è già meno lontano. Il Central Park a Garibaldi entusiasma già il comitato Jenner Farini ( «ci vedremmo bene anche la ruota panoramica»). Più verde, case a basso costo, infrastrutture sono le parole d’ordine del pgt, e all’ultimo capitolo rientra anche quel tunnel Linate-Fiera di Rho che sotterrerebbe per 15 chilometri il traffico diretto nel 2015 all’Expo, senza intasare il centro. Anche il sindaco Letizia Moratti ha confermato che per il Comune «è un progetto molto importante, penso e spero di avere buone probabilità di coinvolgere i privati». Agli assessori riuniti ieri in giunta per l’adozione del pgt ha assicurato che «c’è piena condivisione con la Provincia». Nessun accenno allo scontro avuto a inizio settimana con il presidente Guido Podestà su tempi e modi dell’adozione, ha garantito che dopo lo stralcio dell’area di San Siro dagli ambiti di trasformazione urbana non ci sono ostacoli. Con l’ok della giunta e della maggioranza, che pure lunedì scorso aveva stoppato il documento, il pgt potrà affrontare l’aula dal 15 dicembre. Ci sarà tempo fino al 4 gennaio per depositare gli emendamenti (quelli dell Pdl saranno condivisi in anticipo con la giunta) e l’obiettivo è chiudere in consiglio entro inizio febbraio. «Si è compiuto un passo importante per il documento su cui si baserà lo sviluppo di Milano dei prossimi 20 anni», ammette l’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli.
Già esaminate, e in parte accolte, le osservazioni inviate dai 9 consigli di zona: negativo solo il parere della 9, l’unica di centrosinistra. La zona 1 ha chiesto più verde sull’area di San Vittore (sarà oggetto di un emendamento del Pdl), la garanzia anche per il futuro di funzioni commerciali e non idonee al centro storico e di incentivare la residenza su un’area che diventa sempre più a uso uffici e shopping. Alla zona 2 il Comune assicura che il mix tra pgt e piani di cintura urbana in capo alla Provincia «consentiranno di salvaguardare la massima quantità di aree a verde agricolo». Rassicurata anche la 3, che chiede tra l’altro «la conservazione dei negozi storici», e cita come esempio la storica ferramenta Collini di corso Buenos Aires. Un parco territoriale lungo il fiume Lambro, sollecitato dalla zona 4, «è già uno degli obiettivi principali dell’intero pgt». La 5 invece ha avuto garanzie sull’area di Cascina Campazzo (verrà ceduta al Comune che vuol salvarne la funzione agricola) e sulla creazione di una linea di forza Rogoredo-San Cristoforo, che oggi paga un deficit di mezzi pubblici.

Il consiglio di zona 6 ha chiesto (tra i vari punti) di inserire nei progetti di trasformazione di Porta Genova spazi attrezzati per esposizioni di moda e design, la zona 7 una nuova area verde sull’ex palasport e un museo in ricordo della costruzione in zona San Siro del dirigibile italiano che conquisto il Polo Nord. Nessuna osservazione dalla zona 8, quelle della 9 sulla Bovisasca «verranno tenute in considerazione».

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