Pisapia offende i poliziotti? È il richiamo degli estremisti

Pisapia offende i poliziotti? È il richiamo degli estremisti

(...)non deve meravigliare più di tanto, giacché Nichi Vendola, il leader del suo partito, la Sel, è uno dei più accesi e verbosi contestatori dell’alta velocità in Val di Susa. Provocazione aggravata, per di più: giacché oltre a rifiutare personalmente l’incontro (con la squallida scusa tipicamente burocratico-sindacale che «non tutte le sigle erano rappresentate»), Pisapia a parlare con gli increduli poliziotti ha mandato - e certo non è stata una distrazione - il collaboratore meno indicato, Paolo Limonta, suo guardaspalle mediatico, culturalmente affine ai centri sociali. Più provocazione di così... Tanto che i poliziotti l’hanno dignitosamente respinta. Anche perché non era neppure la prima: in precedenza il sinistrissimo presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo non aveva accolto la richiesta dell’ex poliziotto e consigliere del Pdl Carmine Abagnale di un minuto di silenzio in memoria di Custra. Comportamenti come questi, una catena di episodi dal sopore così acidamente provocatorio danno la sensazione di una inquietante deriva estremista della giunta Pisapia. D’altra parte il più rappresentativo e potente dei suoi collaboratori centristi e moderati, l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci, non perde tempo con queste baggianate ideologiche, impegnato com’è a tassare tutto il tassabile e a vendere tutto il vendibile delle municipalizzate alla F2i di Vito Gamberale, col quale intrattiene, com’è noto, ottimi rapporti.
Perciò Pisapia, quando gli si presenta l’occasione, può dare libero sfogo alle sue primitive pulsioni estremiste; quanto meno sul piano dei gesti, dei comportamenti e delle manifestazioni di empatia. In questi casi egli non è certo il sindaco di tutti i milanesi, come non lo è stato respingendo provocatoriamente dei poliziotti che volevano solo manifestargli del disagio. In questi casi Pisapia fa capire chiaramente chi sono i suoi amici così come, quando si tratta di bastonare qualche categoria, si capisce fin troppo bene chi considera suoi nemici.

D’altra parte la falange macedone della sua campagna elettorale, le quadrate legioni della propaganda arancione provenivano tutte, o prevalentemente (tranne qualche «utile idiota» come avrebbe detto Togliatti) dall’area della sinistra alternativa: tutta gente modello Limonta, compreso il solito giro di sciure salottiere, comici e cantanti. Giro che, come sanno le vecchie volpi della politica, non porta un voto. Mentre questi comportamenti, questa deriva estremista, queste esibite scelte di campo, invece, i voti li fanno perdere.

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