Non ci voleva un luminare dell'urbanistica o un grande esperto di traffico in città per immaginare che dimezzando le carreggiate la circolazione delle auto sarebbe impazzita al primo fine settimana post feriale. E così è successo ieri sabato d'esordio di un ottobre piovoso in una Milano finalmente tornata a pieno regime dopo i terribili mesi del lock down causa Covid-19, seguito dal sollievo dell'estate passata in villeggiatura. E così riaperte le scuole e chiuse la case di vacanza, ai milanesi è toccato il martirio degli ingorghi già abbondantemente maledetti, nonostante li si fosse tanto rimpianti nelle lunghe giornate di segregazione tra le mura domestiche. Tempo impiegato da quei geni della giunta Sala per dare libero sfogo all'orgia di demagogia ambientalista che ha portato ad approfittare delle strade deserte per disegnarci un po' a caso piste ciclabili e strani parcheggi a spina di pesce, in modo da sottrarre ancora preziosi spazi ai residenti per i quali trovare un posto dell'auto è diventato ormai ben più che una caccia al tesoro. Il traffico dunque è impazzito ieri, come prevedibile e ampiamente annunciato, in corso Buenos Aires, incredibilmente mutilato di parti preziose di carreggiata da inutili percorsi per bici e astrusi posteggi messi a trincea dei pochi appassionati delle due ruote. Ma a catena si sono intasati anche piazzale Loreto, viale Monza, i percorsi lungo i Bastioni di Porta Venezia per la gioia dei fotografi e la disperazione degli automobilisti. E dei tanti imprenditori dell'area a più alto tasso commerciale d'Europa che per settimane hanno protestato cercando di convincere il sindaco Sala e i dissennati assessori della sua giunta che come i pomodori dietro il verde della demagogia nasconde il rosso di un'ideologia sempre avversa e violentemente avversa ad automobilisti, commercianti, imprenditori. Tutte categorie da sempre considerate nemiche dalla sinistra e quindi penalizzate da scelte ad alto tasso di populismo che poi puntualmente alla prova dei fatti si rivelano dissennate.
Come dimostra anche questa sbornia di gretinismo che ha fatto pensare a Palazzo Marino che al ritorno dalle vacanze i milanesi avrebbero abbandonato le auto per salire in bici. Così non è stato. E già ieri s'è visto. Peccato che a pagare saranno, come sempre, i cittadini.
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