Nella mattinata di oggi, mercoledì 13 luglio, un uomo è morto dopo essere precipitato dai piani alti del Palazzo di Giustizia di Milano. Il cadavere è stato trovato nel cortile interno del Tribunale, dal lato di via Manara, adiacente alle aule del Tribunale del Riesame. Sono stati alcuni dipendenti che stavano lavorando all’interno degli uffici giudiziari ad accorgersi di quanto avvenuto e a dare l’allarme.
Un avvocato di 49 anni
L'uomo che si è tolto la vita lanciandosi dalla finestra del bagno al settimo piano del Palazzo di Giustizia, dove si trovano gli uffici del giudice e si svolgono le udienze, è un avvocato 49enne. Vicino al corpo è stato trovato un biglietto in cui annunciava la tragica decisione di togliersi la vita. L'avvocato dal 2014 era sospeso dall'ordine a tempo indeterminato, perché non in ordine con il pagamento delle quote.
La procura: "Atto volontario"
"L'ipotesi prevalente è di un atto volontario che esclude il coinvolgimento di terzi, ma anche la caduta accidentale", afferma il procuratore di Milano Marcello Viola. A sostegno dell'ipotesi il biglietto trovato accanto alla vittima, "un biglietto, fronte e retro, scritto a mano e in corsivo" in cui chiedeva scusa alla moglie e ai figli per il dolore provocato. Non solo: anche le telecamere interne lo mostrano "in più occasioni" al sesto piano, dove si trovano gli uffici del civile, prima camminare nei corridoi "quindi entrare in bagno": porta da cui non è più uscito.
L'uomo non ha partecipato ad alcuna udienza e da alcune testimonianze dei colleghi anche nei giorni scorsi si era aggirato negli stessi luoghi. Resta da capire perché abbia scelto proprio il Palazzo di giustizia, anche se il motivo del gesto è da ricollegare a un forte disagio personale.Segui già la pagina di Milano de ilGiornale.it?
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