Precipitano dal Bianco Un morto e un ferito

Elena Gaiardoni

Si dice che la montagna ci renda bambini, perché anche la più provetta delle esperienze non serve: d'improvviso la montagna ti prende, e tu rimani sempre piccolo di fronte alla sua immensa sfida di verità. È successo ieri mattina a Gian Attilio Beltrami, 64 anni, presidente della XIX delegazione lariana del Soccorso alpino e speleologico lombardo, a quota 3.600 metri sul Mont Dolent, nel massiccio del Monte Bianco, quando si trovava a 220 metri dalla vetta. Era in cordata con un giovane milanese di 23 anni, della provincia di Milano. I due sono precipitati per un motivo ancora ignoto.

L'alpinista sopravvissuto è in gravi condizioni. È stato trasportato con l'elicottero della protezione civile all'ospedale Parini di Aosta. La salma del compagno di scalata, invece, è a Courmayeur. Sul posto il Soccorso alpino valdostano e il Soccorso alpino della guardia di finanza di Entreves.

Gian Attilio Beltrami era un punto di riferimento del Soccorso alpino lombardo. Entrato nel Cnsas come tecnico di soccorso speleologico, è arrivato alla qualifica di soccorritore alpino e di tecnico di elisoccorso. Per diversi anni ha curato l'organizzazione della presenza del Cnsas al Giro d'Italia e per trent'anni ha ricoperto il ruolo di delegato della XIX Zona Lariana, una delle più vaste d'Italia area per estensione, dato che include le province di Lecco, Como, Varese e Pavia.

«Un pensiero di cordoglio sincero e commosso va ai familiari da parte di tutti i tecnici del Soccorso alpino e speleologico, che ricorderanno Gianni Beltrami come

una persona di grande competenza e generosità», si legge in una nota del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico lombardo. E si ricorda un canto alpino, «Signore delle cime»: lascialo andare per le tue montagne.

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