Il "Progetto Itaca" diventa maggiorenne con 1.520 volontari

Bracciali Vhernier e teatro per finanziare l'associazione che affronta il disagio psichico

Il "Progetto Itaca" diventa maggiorenne con 1.520 volontari

«Le malattie silenti» come le ha definite Carlo Traglio, presidente della nota firma orafa Vhernier, non vogliono più stare senza voce. Nasce da questo principio la presentazione che Progetto Itaca ha organizzato ieri nel loft in corso di Porta Nuova 34. L'associazione compie 18 anni e da quasi un ventennio si occupa delle patologie legate al disagio psichico. «Ho fondato Progetto Itaca nel 1999 insieme ad altri sei soci - ricorda la segretaria nazionale dell'associazione, Ughetta Radice Fossati - quando mi sono accorta per esperienza diretta con la mia seconda figlia come sia difficile riconoscere e conseguentemente ammettere l'esistenza di malattie come crisi di panico, depressioni, psicosi e schizofrenie. Le persone che ne sono affette molto spesso non vengono credute e vivono isolate, senza speranza. Invece la parola chiave che voglio lasciare oggi è proprio: speranza».

Una speranza fondata non sull'utopia ma su fatti e numeri concreti, che vogliono puntare a spezzare ogni pregiudizio, incuria, sottovalutazione che ancora oggi alitano intorno alle affezioni che riguardano la psiche.

Grazie a una rete di 1.520 volontari, l'onlus ha assistito in questi 18 anni «ben centomila persone, avviando cinquanta progetti di prevenzione, formazione e soprattutto riabilitazione, per riuscire ad reinserire i soggetti colpiti, che sono seguiti nelle undici sedi aperte in tutta Italia» ha sottolineato il presidente di Itaca, Luca Franzi, rimarcando come uno dei lavori più forti sia stato fatto nelle scuole, dove sono stati interessati 4mila studenti.

La maggior parte delle malattie mentali si sviluppa nella fascia di età tra i 15 e i 25 anni ed è per questo che quando si prende coscienza della loro presenza a volte è troppo tardi. Nel 2017 gli assistiti sono già 9mila. «Sono numeri ancora piccoli rispetto alle nostre aspettative» ha ironizzato Ughetta Radice Fossati.

Molti i punti attraverso i quali il progetto Itaca si articola, ma la base fondante della relazione-cura è il club, il punto di incontro che i soci, volutamente non definiti «pazienti», effettuano in sede. Poi ci sono le Job Station, luoghi accoglienti dove le persone possono lavorare con il supporto di tutor esperti. L'Area Ponte finalizzata a creare occasioni di benessere in collaborazione con i servizi territoriali per la Salute mentale. Il concetto di ascolto, realizzato attraverso una rete di individui vicini a colui che soffre, iniziando ovviamente dalla famiglia, è alla base di Progetto Itaca che ha attivato il numero verde 800274274, a cui arrivano migliaia di telefonate e che si espande sempre di più sul territorio, tanto che si stanno aprendo altre sedi a Torino, Bologna, Perugia e Verona, dove c'è in programma un evento: «Tutti matti per il riso».

Tre sono i bracciali, con l'elegante motivo a calla all'interno di una catenina d'oro che Vhernier ha creato.

I proventi della loro vendita andranno all'associazione Itaca, che per il 26 settembre ha organizzato anche uno spettacolo con Teo Teocoli al teatro dell'Arte nel Palazzo della Triennale. «Dobbiamo amare le nostre diversità, non temerle» ha commentato in chiusura il fotografo Giovannni Gastel, un altro Ulisse approdato ad Itaca e ripartito, senza crisi di panico, per il mare aperto della vita.

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