«Quello stupratore è un pazzo pericoloso»

«Quello stupratore è un pazzo pericoloso»

«Questo stupratore è stato molto veloce e ha rischiato tantissimo: quello di Villa Litta è un parco piccolo, molto frequentato anche perché è talmente bello e ben tenuto che la gente ci va volentieri...Alle 8.20 del mattino, poi! Quindi o abbiamo a che fare con un pazzo vero, un malato di mente di cui aver paura e che bisogna catturare il più presto possibile prima che colpisca ancora. Oppure sulla sua identità c’è qualcosa che non torna: l’aggressione, violentissima, c’è stata di sicuro. Ma potrebbe essere stata premeditata da qualcuno che, forse, la vittima, l’aveva adocchiata da un po’. O addirittura la conosceva. E ha deciso, a suo modo, di “punirla”, di farle uno sfregio. Per qualcosa che, forse, esiste solo nella sua mente».
L’investigatore, che vuole restare rigorosamente anonimo, sta cercando di farsi un’idea di quel che è accaduto giovedì mattina al parco Litta, ad Affori. Dove una donna di 43 anni, impiegata in uno studio legale, dopo aver accompagnato i due figli alla scuola primaria di via Faccio e mentre attraversava il parco di Villa Litta per raggiungere il posto di lavoro, è stata assalita da un italiano che ha abusato di lei, sottoponendola, nell’arco di una manciata di secondi, a vere e proprie dolorosissime sevizie. E che poi è fuggito, lasciandola sola, seminuda, sanguinante e sconvolta.
L’interrogatorio-fiume di ieri alla clinica Mangiagalli - dove la poveretta è stata portata immediatamente dopo l’aggressione ed è stata presa in carico dall’Svs (Servizio violenze sessuali) per essere sottoposta anche a un piccolo, dolorosissimo intervento - non ha fatto fare grossi passi in avanti alle indagini. La vittima, che subito dopo il fattaccio ha chiamato il 113 ma era talmente sconvolta da non riuscire nemmeno a parlare, ieri ha aiutato la polizia a ricostruire con precisione quel che è accaduto. Ripetendo sostanzialmente quello che gli investigatori già sapevano: l’uomo che l’ha assalita è un italiano che lei non ha «mai visto prima». Ma l’ha guardato talmente bene in viso che dalla sua descrizione verrà fatto un identikit. «Mi ha aggredita alle spalle - ha ripetuto l’impiegata - accanto all’ingresso della villa. E poi mi ha seviziato. Quindi è fuggito».
Un uomo in fuga, che se ne andava dal parco correndo - corporatura atletica, sul metro e settanta, sui 30-35 anni - lo avrebbero notato anche due testimoni, poi portati in questura, ma che non hanno fornito elementi di spicco. Frammenti di quel viso potrebbero emergere anche dai filmati delle telecamere, ma finora sembra improbabile. Per il resto di questo bruto non si sa nulla. Anche perché nessuno, tra i frequentatori del parco, avrebbe sentito le urla della donna. La polizia ha messo sotto torchio anche un pregiudicato ricoverato nel Centro psico sociale (Cps) di Affori. Inutilmente.
«Non entro nei dettagli sullo stupro.

Dico solo che l’uomo che stiamo cercando è accusato di violenza sessuale» si è limitato a dichiarare ieri pomeriggio, dopo l’interrogatorio della donna in Mangiagalli, il dirigente della squadra mobile Alessandro Giuliano.

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