La Regione dichiara guerra ai cinghiali Contro M5S e Sel

Elena Gaiardoni

Il consiglio regionale, con 51 voti a favore e 10 contrari (M5S e Sel), ha approvato la legge per la «gestione faunistico-venatoria del cinghiale e recupero degli ungulati feriti». Si è così concluso un iter che ha impegnato per diverse settimane la commissione Agricoltura e un particolare gruppo di lavoro. Tra le novità introdotte è previsto il dovere degli ambiti e dei comprensori alpini di risarcire fino al 30% i danni causati dai cinghiali nelle aree dove è consentita la caccia; ambiti e comprensori avranno il compito di promuovere iniziative di prevenzione.

Per il triennio 2017-2019 sono stanziati 300 mila euro all'anno per i risarcimenti. Regione Lombardia delibererà entro 180 giorni dall'entrata della legge la suddivisione del territorio agro-silvo-pastorale lombardo in aree idonee e in aree non idonee alla presenza del cinghiale. La legge stabilisce che la «gestione del cinghiale» avvenga «mediante prelievo venatorio e controllo nelle aree idonee e mediante controllo e prelievo venatorio di selezione nelle aree non idonee», dove la presenza deve tendere allo zero. Sono state stabilite anche regole per il recupero degli animali feriti e delle carcasse: i capi abbattuti potranno essere consegnati ai centri di lavorazione selvaggina (Cls) o ad altre strutture autorizzate, e parte dei capi potranno essere dati in «beneficenza alimentare». Inoltre, si dà la possibilità di prevedere nelle aziende faunistiche venatorie e agrituristiche apposite recinzioni che ospitino cinghiali registrati con la finalità di allenare i cani da caccia.

Sanzioni sono previste per chi immette o detiene illegalmente cinghiali, per chi li alleva in strutture autorizzate ma violando le disposizioni vigenti e infine per chi viene sorpreso ad abbattere cinghiali senza autorizzazione. Sono seimila i cinghiali presenti sul territorio lombardo.

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