Religione e dittatura La Storia va in scena

«Viene da lontano, dal 2011. Ben prima dell'attentato di Parigi. Dopo quel massacro non abbiamo cambiato una virgola. Nessun aggiornamento per uno spettacolo sul tema della paura». Stefano Massini, consulente artistico del Piccolo Teatro (fa il lavoro dello scomparso Luca Ronconi, si parva licet), vuole allontanare il facile sospetto che Credoinunsolodio sia banalmente ispirato al massacro parigino. Da stasera al 20 dicembre, vedremo al Teatro Studio tre attrici e registe - lo spettacolo da loro è diretto - impegnate con il testo di Massini, che mette a confronto le storie di tre donne di religioni diverse: ebraica, islamica e cristiana. Tutte vivono in un fazzoletto di terra: la parte di Medio Oriente insanguinata da conflitti antichi, senza reale speranza di pace. Tre persone che non dialogano mai, tre percorsi paralleli nel nome di differenti verità. «La religione è nata come risposta alla paura - commenta Massini - oggi invece della paura è la causa: un corto circuito tragico, affidato a carne e sangue umani di coloro che compiono scelte diverse e vivono in terre difficili. Lo spettacolo non parteggia per nessuno, è una serie di istantanee di vita affinché il pubblico polemizzi o discuta. Tendiamo trappole, a chi è seduto in poltrona: gli facciamo credere di essere nel giusto, per poi cambiare personaggio e quindi verità».Massini, e le tre attrici-registe Manuela Mandracchia (la palestinese Shirin Akhras), Mariangeles Torres (l'ebrea Eden Golan), Sandra Toffolati (l'americana Mina Wilkinson), si aspettano che la messinscena susciti polemiche, dibattiti accesi. D'accordo con autore e colleghe, Toffolati spiega: «Trattiamo di una sorta di girone dantesco, con le anime in pena». E Mandracchia: «Ti accorgi che la vita può essere fatta di vicinanza, con i relativi pericoli». Torres: «In Terra Santa c'è chi mette i figli che vanno alla stessa scuola su autobus diversi, per evitare di perderli entrambi nel caso di attentato». A chi si sorprende che Massini abbia scelto tre donne per il tema del terrorismo, l'autore risponde che da «Golda Meier da una parte, le Vedove Nere del teatro Dubrovka a Mosca dall'altra, e le tante kamikaze, le donne sono in prima linea. Nulla di strano, all'origine delle fedi c'è la Dea Madre, la Madre Terra. Donne che portano la vita e portano la morte». Lo spettacolo è prodotto dal Piccolo, scene di Mauro De Santis, musiche di Francesco Santalucia, movimenti di Marco Angelilli, costumi di Gianluca Sbicca, luci Claudio De Pace. Orari e biglietti, www.piccoloteatro.org.L'altra novità della settimana riguarda il Teatro Franco Parenti dove è di scena Federica Fracassi. Non chiamatela regina del male, anche se porta in scena due storie dove l'umano scende negli abissi. La prima da stasera al 13 dicembre è Mephisto (interpretato dal regista dello spettacolo, Luca Micheletti), eroe negativo del romanzo scritto da Klaus Mann nel 1936. La seconda nei panni di lady Goebbels, che uccise con il cianuro i sei figli: Magda e lo spavento, all'Elfo Puccini dal 15 al 20 dicembre. «Le figure degli abissi permettono di raccontare la grande storia. Per Mephisto, il secondogenito di Thomas Mann ritrae la carriera del cognato Gustav Gründgens, sono la moglie di Goering.

Oggi un Mephisto non muoverebbe le masse, ma c'è sempre chi tradisce se stesso per il potere». Il lavoro è prodotto dallo Stabile di Brescia. Klaus Mann lasciò la Germania nazista e morì suicida nel 1949 a 43 anni. Spettacoli dalla forte valenza attuale, insomma.

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