«È impensabile non consentire la ristorazione al chiuso fino al primo giugno nelle Regioni in fascia gialla - attacca Giulio Gallera, ex assessore al Welfare e consigliere lombardo di Forza Italia che ha presentato martedì una mozione urgente sul tema, approvata a larga maggioranza in consiglio regionale. Una misura ingiusta autorizzare solo i locali con spazi all'aperto: discriminatoria tra Nord e Sud e tra zone diverse della regione. La stragrande maggioranza degli esercizi di ristorazione (fino all'80 per cento in alcune aree della regione) - osserva Gallera - non dispone di ambienti all'aperto. E non si può certo pensare di costringere gli imprenditori a sostenete nuove spese per eventuali dehors per poter ripartire, quando non hanno nemmeno i soldi per pagare le bollette».
Continua il pressing delle Regioni sul governo per allentare i divieti, a partire dal coprifuoco che si vuol far slittare alle 23 e allargare la platea di attività che potrebbero riaprire già da lunedì, data in cui la Lombardia dovrebbe passare in fascia gialla. Le Regioni sono tornate ieri a chiedere la riapertura dei servizi di ristorazione sia al chiuso che all'aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione, la ripresa delle attività individuali in palestra al chiuso e nelle piscine all'aperto, la riapertura anticipata dei mercati.
Ma il tema più forte rimane quello della riapertura dei locali con cucina: «La categoria è una delle più colpite dalla crisi e non può aspettare ancora. Abbiamo visto nelle piazze la settimana scorsa il livello di disperazione cui si è arrivati». Venendo al decreto, secondo Gallera, «non solo avvantaggia solo le regioni del Sud che godono di un clima più mite, ma penalizza i locali nelle città che non dispongono di grandi spazi esterni. Come fare nel caso in cui piova tutto il mese?». È evidente che maggio non offre garanzie per quel che riguarda il clima. Non solo, ci sono zone in montagna dove alla sera le temperature sfiorano a malapena i 10 gradi. Così non si può pensare che i gestori realizzino dehors coperti, mettano stufe per riscaldare per accogliere i propri ospiti. Il rischio è che a queste condizioni i coperti disponibili non siano sufficienti perché sia conveniente per i gestori riaprire.
Non solo, il governo così smentisce se stesso: perché in autunno le indicazioni del Cts consentivano i pranzo nei ristoranti al chiuso in zona gialla e adesso no? «È un assurdo. I dati epidemiologici - continua il consigliere di FI - evidenziano un costante decremento dei contagi rispetto al numero di testi e una sensibile riduzione del numero dei ricoveri nelle strutture ospedaliere, con un indice Rt inferiore allo 0,6 per cento».
Più che pensare a contributi per i locali per realizzare strutture esterne, strada complessa «a fronte anche dei sostegni ridicoli che vengono erogati» si potrebbe pensare a dei «lascia passare per i clienti».
In pratica si potrebbero autorizzare pranzi e cene a fronte di tamponi rapidi, cui sottoporre i clienti 10 minuti prima di farli accomodare, oppure «inserire nella green pass per vaccinati, guariti da Covid, o chi ha fatto un tampone, la possibilità di andare a pranzo o cena al ristorante. È il momento di sfoderare il coraggio - conclude Gallera - e di osare per garantire la ripartenza economica del Paese».
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