Cassonetti e transenne ribaltate, fumogeni, vetrine infrante. I titolari dei locali milanesi si dissociano «con forza» da chi ha devastato lunedì sera corso Buenos Aires. Il Comitato della ristorazione (bar, pub, gelaterie, pasticcerie) coordinato da Alfredo Zini, presidente del Club Imprese storiche di Confcommercio Milano, che nel pomeriggio aveva protestato vicino alla prefettura contro la chiusura dalle 18 imposta dal governo Conte ieri ha «segnalato a chi di competenza che nessun rappresentante diretto o indiretto del settore ha preso parte ad alcun disordine». Il mondo dei ristoratori, sottolinea Zini, «si è sempre distinto per responsabilità e ha sempre lavorato con le istituzioni per poter gestire al meglio questa situazione di emergenza. La salute pubblica per noi è prioritaria e faremo tutto ciò che è necessario affinchè si possa tornare a gioire quanto prima di una vista sociale nei limiti della normalità, e ci aspettiamo che le istituzioni diano supporto immediato e preciso alla categoria». Gli esercenti si dissociano ma temono che le violenze in piazza non siano finite qui. Da giorni sulle loro chat si sono infiltrate «persone che si presentano come imprenditori e tali non sono», fomentano il gruppo, vogliono alzare il tiro. Anche tra gli associati «c'è chi chiede di fare manifestazioni spontanee - avverte Zini - ma spieghiamo che serve il via libera della questura, o c'è il rischio che si infiltrino personaggi strani». E sarebbe un danno per la stessa categoria. Ha protestato pacificamente ieri davanti a Palazzo Marino un gruppo di ristoratori, Partite Iva o allenatori di palestre colpiti dal Dpcm di Conte, ribadiscono la bocciatura - «invece di chiudere i locali dovevano potenziare i trasporti pubblici» - ma prende le distanze senza se e senza ma «da sciacalli, baby gang, devastatori». Protesta decisa ma ordinata anche quella promossa dagli ambulanti di Apeca sotto la Regione. Ci sono operatori di sagre e fiere messe in stand by dal governo e ambulanti che da mesi non lavorano più intorno allo stadio di San Siro. Oggi alle 11.30 in piazza Duomo tocca agli operatori di bar, ristoranti e locali di Epam (Confcommercio), manifesteranno in silenzio e vestiti di nero «nel pieno rispetto delle regole» allo slogan #siamoaterra. «L'obiettivo afferma il presidente Lino Stoppani è chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa, rapida e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese nel Paese».
In corso Buenos Aires «non c'era chi avrebbe il diritto di manifestare, chi è più colpito dalle misure anti contagio - rimarca il sindaco Beppe Sala su Avvenire.it -, c'erano anarchici e Forza Nuova. Ma lancio una riflessione che aiuta a capire un po' la gravità del momento. La questura ha fermato 11 minori. Perchè mi sto battendo contro la totale didattica a distanza alle scuole superiori? In questa fase la fascia tra i 15 e i 20 anni è molto critica, vanno protetti e guidati dalle famiglie, quando lo fanno, e dalla scuola. Il tema dei ragazzi in quella fascia di età è veramente preoccupante per me».
Per il governatore Attilio Fontana «bisogna essere vicini agli imprenditori che subiscono i danni delle chiusure» e «non sono commercianti quelli che vanno a spaccare vetrine». Intanto il centro sociale Cantiere annuncia sabato in piazza Affari un presidio. Lo slogan: «Dovete darci il denaro».
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