Salemme: vi racconto la crisi del maschio

«Sogni e bisogni, incubi e risvegli» è una commedia psicologica che regala risate ma non ha volgarità

Alla faccia di Freud. Con Sogni e bisogni, incubi e risvegli Vincenzo Salemme si guadagna una laurea in psicologia honoris causa. La nuova commedia dell'attore, regista e autore napoletano in cartellone al Manzoni fino all'1 gennaio (ore 20.45 feriali e 26 dicembre, domenica ore 15.30, 31 dicembre ore 18.15 e 21.45, 1 gennaio ore 16.45, ingresso 81-15 euro) è un divertente viaggio nelle nostre ansie legate al sesso. Dove, beninteso, per «nostre» vanno intese quelle dei maschietti. La storia, diretta e interpretata dallo stesso Salemme con un cast composto da Nicola Acunzo, Domenico Aria, Sergio D'Auria, Andrea Di Maria, Antonio Guerriero e Rosa Miranda vede al centro di tutto due protagonisti, Rocco Pellacchia (Di Maria) e... il suo pene.A calarsi nel ruolo in tutta evidenza antropomorfico del secondo c'è per l'appunto Salemme: stanco delle esitazioni e dei sensi di colpa del suo padrone, colui che dovrebbe esserne il più stretto complice semplicemente se ne va. Scompare alla ricerca di un padrone più degno, che adotti uno stile di vita più brillante, in poche parole più consono alla sua grandeur e attività. Ne nasce una ricerca febbrile, anzi un'indagine vera e propria con tanto di ispettore di polizia e interrogazione di testimoni, cui seguirà una tenzone dialettica surreale dal quale non è dato sapere chi uscirà vincitore.Col sorriso sulle labbra, irriverente ma mai volgare, la commedia di Vincenzo Salemme nasce da lontano: «Ho scritto la storia vent'anni fa spiega l'attore con il titolo del celebre romanzo Io e Lui di Moravia: ma in quel caso lui era solo una voce. L'avevo scritta per gli amici Francesco Paolantoni e Giobbe Covatta. Poi ho rimaneggiato il testo e l'ho arricchita di personaggi. È una commedia sui generis, comica ma con un finale psicologico, in cui il protagonista si interroga su se stesso». La metafora è chiara: di questi tempi, tra gli slalom fra i paletti del politicamente corretto per non sbagliare tono, parola e opinione, per un uomo diventa difficile capire quando convenga sfoggiare gli attributi. Troppo macho o troppo poco? Il nuovo dilemma prende forma nella declinazione surreale di Salemme. «Viviamo in una società complessa aggiunge l'attore . Il mondo è cambiato in fretta: Internet ha avvicinato tutti senza gradualità.

Siamo confusi, tendiamo alla codardia e ci preoccupiamo troppo delle opinioni della gente. La morale è che avere le palle significa avere l'umiltà del buon senso». A gennaio, Salemme tornerà al cinema con Se mi lasci non vale, commedia con Carlo Buccirosso, Paolo Calabresi, Serena Autieri e Tosca D'Aquino.

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