Solo pochi mesi fa, il direttore generale della sanità lombarda Carlo Lucchina presentava con orgolio lecoscopio tascabile prodotto dalla Genaral Elecrtic Healthcare, ultimo gioiellino voluto dal Pirellone per gli ospedali della regione. «Ci aspettiamo che lutilizzo di Vscan abbia un impatto enorme sullassistenza sanitaria fornita ai pazienti». Ma limpatto più significativo, ora, è proprio su Lucchina. Perché il braccio destro del governatore Roberto Formigoni finisce sotto inchiesta con laccusa di turbativa dasta. Nel mirino della Procura ci sono tre bandi relativi alla sperimentazione di strumenti medici ad alta tecnologia per un cifra non di molto inferiore ai dieci milioni di euro. Due appalti sono ancora da assegnare. Il terzo, invece, è proprio quello dellecoscopio, provato per due mesi a partire dal gennaio del 2011, e per il quale era previsto un stanziamento complessivo di oltre un milione di euro.
Ma Lucchina si trova in una folta compagnia. Perché gli indagati - alcuni dei quali accusati anche di associazione per delinquere - sono 28, e tra loro ci sono gli imprenditori che avrebbero forzato le procedure per «promuovere» i propri prodotti, i responsabili del servizio di ingegneria clinica e i direttori sanitari di quattro fra le principali strutture sanitarie della Lombardia: Pasquale Cannatelli (Niguarda), Armando Gozzini (Busto Arsizio, da cui dipende anche lopedale di Saronno), e Ambrogio Bertoglio (Lecco). Il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pubblico ministero Carlo Nocerino hanno madanto ieri mattina i militari del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza a perquisire le strutture sanitarie, le anziende private e gli uffici di Lucchina in Regione. Secondo lipotesi degli inquirienti, funzionari pubblici e operatori privati del settore sanitario si sarebbero accordati per costruire gare dappalto su misura, così da azzerare la concorrenza e ottenere le commesse regionali. Anche se in realtà, lunico bando assegnato è quello relativo allecoscopio tascabile, mentre le altre due gare (ancora da pubblicare) riguardano apparecchiature per lassistenza domiciliare e per lemodinamica. Il tutto per una cifra di diversi milioni, ma ancora da quantificare con precisione.
Nessun commento ieri mattina dallassessore alla Sanità Luciano Bresciani, mentre Lucchina si è dimesso dalla Commissione prezzi e rimborsi dellAifa (lAgenzia italiana del farmaco), dove era stato chiamato dal ministro della Salute Renato Balduzzi. Di sicuro, si tratta di una nuova tegola che piove sulla Regione, già pesantemente scossa dai casi San Raffaele e Maugeri. Nulla di paragonabile per consistenza economica e risonanza politica, ma certo al Pirellone avrebbero fatto volentieri a meno di una nuova grana giudiziaria. Anche perché lipotesi di reato formulata dalla Procura potrebbe essere solo un punto di partenza.
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