«In scena l'intervista dove racconto una vita in televisione»

Lo showman dà il via al cartellone del Teatro Delfino: «Le sale di periferia vanno aiutate»

Ferruccio Gattuso

Lui è uno showman di caratura nazionale, è l'inventore delle irresistibili poesie Bonsai, uno degli ospiti più amati dal pubblico nella storia di una trasmissione di culto come «Maurizio Costanzo show», il veterano conduttore di «Striscia la notizia» insieme a Ezio Greggio, l'attore di teatro capace di spaziare dalla prosa al musical, il devoto ammiratore di Giorgio Gaber capace di omaggiare Mister G trattando la materia a doppio taglio del genere teatro canzone con equilibrio e talento. Insomma, lui è l'Enzino nazionale, come qualcuno si diverte a chiamarlo. Il Teatro Delfino è invece un piccolo ma combattivo palcoscenico di periferia, a due passi da via Mecenate, sorta di lunga freeway americana che collega l'estremo est di Milano alla tangenziale. Cosa leghi Enzo Iacchetti a questo teatro potrebbe essere un mistero, se l'attore non amasse svelarlo spesso e volentieri: «Amo visceralmente il Delfino spiega Iacchetti - e sono convinto che aiutare i teatri di periferia, poco conosciuti e sempre più rari, sia una cosa importante». Dando il via al cartellone 2016-2017 del Teatro Delfino con lo spettacolo-intervista «Intervista confidenziale a Enzo Iacchetti - La storia di un ragazzo che voleva volare in alto ma soffriva di vertigini» - in scena domani alle 21 e dopodomani alle 16 (ingresso 20 euro, info e prenotazioni 333.573.03.40) lo showman nato nel Cremonese e consacrato a Milano mette sul piatto la propria notorietà, come peraltro aveva già fatto in passato con altri spettacoli, come il drammatico «Come Erika e Omar», il «Diversamente musical» che occupò questo palcoscenico due stagioni fa.

Scritto da Iacchetti con il fido autore (qui nel ruolo anche di intervistatore) Giorgio Centamore, lo spettacolo è un racconto in prima persona di una carriera costruita rimbalzando alcuni scomodi «no» e ottenendo alcuni fondamentali «sì». «Più che uno spettacolo, questa Intervista è una cosa strana - spiega Iacchetti Il progetto ha preso piede qualche tempo fa all'Università Bocconi: circa nove mesi fa il rettore di quella prestigiosa università mi chiamò per una lezione. Ovviamente pensai a uno scherzo: cosa potevo insegnare io, mi chiesi, a degli studenti di Economia? Gli organizzatori mi dissero che il mio confronto doveva essere sulla comunicazione televisiva e non solo. Finì per essere una mattinata strepitosa. A quel punto riflettei: forse raccontare la mia parabola artistica, dagli schiaffi ricevuti agli esordi fino ai riconoscimenti successivi poteva essere qualcosa di utile per i giovani. Nel racconto, stimolato dalle domande di Giorgio Centamore, c'è un po' di tutto: aneddoti e qualche rivelazione.

Diciamo che l'atmosfera confidenziale mi porta a raccontare dietro le quinte curiosi». La scenografia è bellamente assente: «Bastano due sedie, un tavolino e una bottiglia d'acqua minerale, spiega divertito Iacchetti oltre ad alcuni oggetti che ho usato per fare carriera».

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