Onorevole Mariastella Gelmini, nel partito comincia la guerra per candidarsi sindaco?
«La vittoria di Giovanni Toti in Liguria ha fatto molto bene a Forza Italia e al centrodestra».
Vuol dire che prima non pensavate di poter vincere e adesso invece lo pensate?
«Il dato politico è che il premier Matteo Renzi esce fortemente ridimensionato, non è più imbattibile come sembrava la settimana scorsa».
La prossima volta si vota a Milano.
«Se troviamo un candidato forte e credibile come Toti in Liguria, ma tanti altri candidati del centrodestra in tutta Italia si vincerà».
Abbastanza voti per prendere Palazzo Marino?
«Abbastanza per mettere fine a questi brutti anni di malgoverno della sinistra del sindaco Giuliano Pisapia».
Bisognerà prima regolare i conti con una Lega che ha preso molti più voti di Forza Italia.
«Anche Matteo Salvini ha capito benissimo che dove il centrodestra è unito, non solo siamo competitivi ma siamo anche in grado di vincere».
Chi è un candidato forte?
«Ho chiesto al presidente Silvio Berlusconi di aiutarci a scegliere».
E lui cosa ha risposto?
«Anche in questi quindici giorni prima dei ballottaggi Berlusconi sta andando ad appoggiare i nostri candidati. A cominciare dalla brava Tecla Franchini che a Segrate è davanti alla sinistra».
Poi Milano? Chi sono i papabili?
«Oggi non ci sono candidati sindaco, prima un confronto con Berlusconi sul programma».
Ma alla fine sono sempre i nomi che fanno muovere il confronto.
«L'importante è capire che a Milano si vince con una Lega forte, ma anche con una Fi forte che polarizzi anche Ncd e il mondo dei moderati».
Con un candidato fuori dalla politica?
«Fi è in grado di dialogare con la società civile. Per ora è uscito il nome di Claudio De Albertis, vediamo se ci saranno altre proposte».
È vero che lei ha stoppato Giulio Gallera?
«Non è vero. Nessun promosso e nessun bocciato, tutti sono in corsa».
Dentro Fi volano già gli schiaffoni.
«Giusta una competizione virtuosa, ma non deve degenerare in una conflittualità che sarebbe dannosa».
E quindi chi è autorizzato a candidarsi?
«Tutti devono poter giocare la loro partita, una sana competizione farà bene all'intero centrodestra».
A luglio ci sarà un congresso di Fi per Milano dove Gallera oggi è il coordinatore.
«Un congresso che deve essere un confronto leale e non una corrida».
In Regione lei ha messo i paletti alla Lega del governatore Maroni.
«La libertà di scelta nella sanità che ancora non vediamo nella proposta di riforma, la casa, le politiche attive del lavoro e 30 milioni di euro da dare all'assessore Mario Mantovani per abolire il ticket a cominciare dalle fasce deboli».
Niente reddito di cittadinanza?
«Fi pensa che la salute venga prima».
Lei e Paolo Romani puntate a candidarvi sindaco di Milano?
«Io non punto a candidarmi».
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