Dopo i no Tav, anche i no Tem - contrari alla Tangenziale est esterna milanese che taglierà in due la Martesana - cominciano ad arrabbiarsi. Erano una trentina, infatti, i ragazzi scesi ieri mattina sul piede di guerra a Gessate, hinterland a est di Milano. Slogan dirompenti, bombolette spray alla mano e toni accesi, i giovani si sono dati un gran daffare al cantiere Tem di Gessate. E alla fine sette di loro sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri della compagnia di Cassano d'Adda.
Ma vediamo le varie tappe di questa vicenda. Proprio il giorno prima, lunedì, il gruppetto - che ha creato un presidio permanente a Pessano con Bornago, in zona Cascina Bragosa, da agosto dopo aver vissuto in un vero e proprio sit in stanziale per mesi a Gorgonzola - era stato sfrattato e costretto a sloggiare con l'eccezione di un piccolo presidio mantenuto proprio a Cascina Bragosa. E tutto questo proprio dietro richiesta del proprietario dell'area e della Tem, diventata ormai nuova e assoluta padrona del terreno.
La reazione degli anti-Tem, a questo «esproprio forzato», come l'hanno definito loro stessi in un comunicato, non si è fatta attendere. In un primo tempo, in mattinata, gli attivisti si sono riuniti davanti al municipio di Pessano con l'idea di farsi sentire dagli amministratori locali. Visto che l'appuntamento con le autorità, non preannunciato, però pare sia andato deserto, i no-Tem hanno pensato a diversificare la loro azione. Alcuni di loro sono giunti quindi intorno alle 11 in treno a Gessate. E, dopo aver attaccato degli striscioni all'esterno del cantiere Tem posto lungo il Naviglio, sono riusciti a entrare all'interno dove gli operai stavano lavorando sui loro macchinari. I lavoratori, alla vista dei giovani, si sono fermati e, per tutta risposta, i no Tem, hanno imbrattato alcuni dei loro mezzi con lo spray delle bombolette. Quindi hanno tentato la fuga quando sul posto hanno sentito arrivare le pattuglie della compagnia dei carabinieri di Cassano d'Adda.
I militari li hanno dovuti così rincorrere i ragazzi nei campi e sono riusciti a fermarne sette, tre francesi e quattro italiani (tra cui tre ragazze, ndr) tra i 20 e i 25 anni. Portati in caserma a Cassano e identificati, sono stati tutti denunciati a piede libero con le accuse di danneggiamento, occupazione di aree ed edifici privati e, solo alcuni, per aver rifiutato, in un primo tempo, di dare indicazioni sulla loro identità.
I giovani quindi sono stati lasciati andare e, alle 18.30, si sono ritrovati in corteo davanti alla stazione metropolitana di Gorgonzola per dar vita a un corteo pacifico contro il cantiere e la tangenziale.
«I partecipanti al blitz sferrato contro il cantiere di Tem di Gessate si sono lasciati dietro la scia di intolleranza che, di solito, marca il confine tra la protesta pacifica e la contestazione violenta - ha dichiarato, nel pomeriggio di ieri, il presidente di Tangenziale Esterna spa Raffaello Berardi -. Nell'ambito dell'irruzione, del resto, sono stati provocati danni a macchinari quantificabili in 50mila euro».
«L'aspetto della manifestazione che più ha suscitato inquietudine sia tra gli uomini della nostra società, incaricata di progettare, realizzare e gestire Tem in concessione per cinquant'anni, sia tra quelli del Consorzio costruttori - conclude Berardi - è stata l'intimazione degli attivisti ai lavoratori a mettersi al riparo: gli operai delle imprese, insomma, sono stati minacciati proprio da gruppuscoli che si autodefiniscono democratici».
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