«Sono più a mio agio sul palco che a casa»

Dopo il sold out al Parco della musica di Roma, mercoledì Arisa arriva a Milano, al teatro degli Arcimboldi (ore 21): seconda tappa di «Se vedo te tour», un'infilata di concerti che attraversano l'Italia e quattro stagioni considerando che si spinge fino a dicembre. Un giro sull'onda della vittoria di Sanremo 2014, con il brano «Controvento» ai vertici delle classifiche di vendita e un video che ha totalizzato 8 milioni di visualizzazioni su Youtube. Durante gli spettacoli, l'artista presenta alcuni suoi hit e inediti dell'ultimo album, «Se vedo te». Il concerto milanese celebra, inoltre, la Giornata Mondiale della Terra (organizzata da Earth Day Italia)che ha scelto proprio Arisa come testimonial.
La Milano dell'Expo che spazio dovrebbe dare alla musica?
«Si potrebbero organizzare tante iniziative “fuori Expo”. Ho in testa palchi sparsi in città per ospitare musicisti, cori, orchestre di tutt'Italia così da far confluire a Milano tanti artisti e stili musicali, pop, rock, folclorico... Abbiamo stelle nascenti della musica popolare e avrebbero bisogno di spazi».
Milano sta anche per Teatro alla Scala. Che rapporti ha con la lirica?
«Ho un'ammirazione profonda per la lirica, ma allo stesso tempo avverto la distanza. In vita mia ho visto solo il Barbiere di Siviglia, e ne sono stata catturata. La Scala l'ho vista da fuori andando a un provino come attrice in via Filodrammatici».
Che opinione ha dei cantanti lirici?
«Sono atleti veri e propri, fanno uscire un suono amplificato, enorme, tale da non richiedere neppure microfoni. Li ammiro».
Ha mai pensato a concerti dove lirica e pop si contaminano?
«Non ancora. Però ho scritto due canzoni adatte alla tessitura di tenore. Vedremo. Le ho composte senza un progetto specifico: nella vita io faccio tutto per passione».
Ha dichiarato in un'intervista che si sente molto cambiata ultimamente. In che senso?
«Provo più amore per me. Prima vivevo con più incoscienza la popolarità. Mi sedevo in un salotto per parlare così come parlo a casa mia, fra amici e parenti. Poi ho capito che invece ci sono posti in cui non puoi parlare come se tu fossi in famiglia. Ora sono più attenta a non farmi fregare».
Che rapporto ha col palcoscenico. Lo teme?
«Per niente. È il luogo in cui trovo me stessa, mi sento più a mio agio lì che a casa. La musica esercita su di me un effetto piacevole, un concerto mi fa star bene per un mese. La musica è una medicina».
Ritornerà a Sanremo?
«È ancora presto per dirlo».
Quando sbarca all'estero?
«Quando il mio inglese sarà più sicuro. Anni fa, quando lavoravo nei bar di Milano, parlavo con gli stranieri senza problemi, il mio inglese era fluente. Adesso l'ho perso. Ho scaricato un'applicazione sull'iphone per studiare l'inglese, non appena ho un minuto libero, studio».
Le piacciono gli spettacoli alla Lady Gaga?
«Per niente. L'ho vista a Milano due o tre anni fa. Trovo i suoi spettacoli troppo spinti.

Semmai preferisco Ryanne o Beyoncé».
Cosa le ha portato la vittoria di Sanremo?
«Ha reso più sicure le persone che lavorano con me. A partire dalla mia casa discografica».
Dopo il tour che progetti ha?
«Riposo».

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