Sospettato di aver ucciso il padre: la sua auto abbandonata sull'Adda

Il caso a una svolta: il cileno potrebbe anche essersi suicidato

Potrebbe concludersi tra poche ore o, comunque, a breve, il «giallo» del delitto di martedì in corso XXII marzo. È stata infatti ritrovata a poca distanza dall'argine del fiume di Rivolta d'Adda (Cremona) l'auto di Alberto Hugo Begatti, l'uomo di 31 anni di origine cilena ricercato per l'omicidio del padre adottivo Guido, trovato senza vita nel suo appartamento appunto in corso XXII Marzo 37: il cadavere, avvolto in numerose coperte e strangolato con una cintura che il cadavere aveva ancora al collo (anche se sarà solo l'autopsia a chiarire le cause della morte, ndr), era stato rinchiuso in una stanza sigillata con il silicone. A terra diversi biglietti scritti a mano con la data di nascita e quella di morte (10 novembre) di Guido Begatti.

Il corpo del pensionato era stato trovato intorno alle 10 di martedì dopo che il veterinario ha segnalato alla polizia di aver ricevuto un'email dal 31enne in cui si chiedeva di andare a casa sua e di prendersi cura del suo cagnolino, un bassotto ritrovato poi in buone condizioni all'interno dell'appartamento di corso XXII marzo.

Gli investigatori della squadra mobile, diretti da Lorenzo Bucossi, stanno intensificando le ricerche, il timore è che l'uomo possa averla fatta finita tuffandosi nel corso d'acqua. Un'ipotesi dovuta al contenuto della lettera lasciata davanti alla porta dell'abitazione in cui è stato sigillato il cadavere del padre e per un precedente tentativo risalente a quando aveva 17 anni. Begatti, infatti, aveva già tentato di togliersi la vita buttandosi sotto la metropolitana.

Resta ancora misterioso il movente dell'omicidio.

La madre adottiva del giovane uomo scomparso, moglie di Guido Begatti, è morta quattro mesi fa e, secondo quanto spiegato da alcuni conoscenti alla polizia, il figlio adottivo ne avrebbe risentito parecchio dal punto di vista emotivo e psicologico.

RC

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