Stop alla caccia al consigliere

L'ultimatum alla Regione arriva dai giudici del tribunale amministrativo: 60 giorni per approvare un nuovo piano anti-inquinamento. L'ultimo elaborato dal Pirellone, infatti, «è scaduto».
Con una sentenza di oltre trenta pagine, il Tar ha così accolto (anche se solo in parte) il ricorso presentato dall'associazione «Genitori antismog», secondo cui la Regione non avrebbe adempiuto alle disposizioni - comunitarie, nazionali e regionali - in materia di inquinamento. In pratica, sostengono gli ambientalisti, esiste un «Piano regionale della qualità dell'aria (Prqa) almeno formalmente conforme alla normativa vigente al momento della sua adozione», ma sarebbe fondato su rilevazioni risalenti al 2006, e con una durata limitata all'anno 2010. Il Piano, inoltre, non sarebbe mai stato sottoposto a una Valutazione ambientale strategica prevista dalla direttiva comunitaria.
I giudici amministrativi sottolineano come il Pirellone - con delibera di giunta del 30 novembre 2011 - abbia effettivamente dato avvio al procedimento di approvazione del Piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria (Pria, destinato a intergare e aggiornare gli interventi precedenti). Ma i «Genitori antismog» hanno insistito chiedendo che il Piano fosse approvato entro termini certi. E fatti due conti, il Tar scrive che «il termine per la redazione della proposta di Pria è scaduto decorsi i 90 giorni dall'avvio dei relativi procedimenti, e pertanto il 28 febbraio 2012». Ovvero, più di sei mesi fa.

«È di tutta evidenza - sottolinea la sentenza depositata ieri - la necessità di concludere in tempi brevissimi l'approvazione del Pria, disciplinato da una legge del 2006, espressamente emanata per rispondere a una procedura di infrazione comunitaria, i cui contenuti orientativi sono stati già fissati in un documetno risalente al 2009, ormai scaduto da tempo». Di qui l'ordine di «provvedere entro 60 giorni all'elaborazione» del piano anti-inquinamento.

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