La svolta alla Scala: più opere italiane e molto meno snob

Ecco cosa cambia con il duo Pereira-Chailly Oggi e domenica porte aperte ai bambini

La svolta alla Scala: più opere italiane e molto meno snob

Aperta alla città e al mondo. Ecco come si annuncia la Scala del nuovo corso del duo Pereira-Chailly, rispettivamente neo sovrintendente e direttore musicale (da gennaio). La Scala è icona tra le più accattivanti di Milano, un marchio - è stato calcolato - dal valore di quasi 28 miliardi di euro, destinato a crescere se si riuscirà a capitalizzare l'opportunità di Expo che da solo corrisponde a 60 miliardi. Un teatro il cui valore deriva dal prodotto che confeziona, quindi spettacoli, concerti e competenze spendibili in casa e fuori (alludiamo all'Accademia della Scala).

C'è poi un valore aggiunto, una componente simbolica che fa della Scala qualcosa di unico e irripetibile facendola spiccare tra i giganti del settore. Ed è la sua storia, forma, aneddoti, leggende, tocco italico e (nel passato remoto) glam, per cui il biglietto d'ingresso dà accesso a un prodotto e allo stesso tempo a un'esperienza. Un valore che negli anni si è un po' appannato, e che la nuova gestione ha il compito di ravvivare con la consapevolezza che anche le più laute rendite si consumano in fretta, in una fase storica contrassegnata dai tempi veloci e frenetici, spigliatezza e voracità dei nuovi mercati, radicale mutazione generazionale.

Riccardo Chailly in questi giorni alla Scala per il Requiem di Verdi, va al timone di un teatro nelle sue fibre, nella piena maturità di uomo e artista e forte di un'esperienza internazionale in Paesi d'illuminata intraprendenza (l'Olanda, ad esempio). Il tutto dimostrato dalla qualità delle esecuzioni di una partitura (il Requiem ) che entrerà nel repertorio classico del teatro. Assieme a Pereira, Chailly promette un teatro che sarà fortemente italiano, legato alla tradizione, ma dal clima meno austero e distanziante di quello degli ultimi tempi. Del resto, aristocratici distacchi, logiche assistenzialiste, gestioni sprovvedute e scialacquone hanno ingenerato la situazione in cui versa la quasi totalità (c'è del sano per fortuna) dei teatri del nostro Paese.

Chailly ha dedicato dedica il Requiem ad Abbado, suo mentore, maestro e amico. Un uomo che «mi ha insegnato l'idea di divulgazione» ha spiegato Chailly. Il futuro direttore musicale e il sovrintendente stanno pensando a progetti di incontri con il pubblico che verrà accompagnato per mano nel mondo operistico e sinfonico. Nel frattempo s'è pensato ai bambini con una Cenerentola di Rossini creata apposta per loro, in scena dal 4 novembre anche con la partecipazione di Antonio Albanese. Bambini che domenica scoorsa hanno potuto visitare il teatro, un'operazione convincente al punto che verrà replicata oggi e il 12. Le visite permetteranno ai piccoli di conoscere il teatro della loro città partendo dall'ingresso nella sala del Piermarini per proseguire nella buca d'orchestra e sul palcoscenico e passare poi in rassegna i palchi storici, incluso il palco centrale.

La visita, che durerà in tutto 50 minuti, si concluderà con un breve momento musicale insieme ai giovani artisti dell'Accademia Teatro alla Scala (ingresso gratuito con obbligo di prenotazione). Nella giornata di oggi, da non perdere il recital del baritono Matthias Goerne con Enrico Pace al pianoforte

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