Tagli alle intercettazioni: la spesa scende a 18 milioni

Tagli alle intercettazioni: la spesa scende a 18 milioni

La prima cosa a venire in mente è che allora è possibile tagliare i costi della giustizia. La seconda - meno confortante - è una domanda: ma allora fino a oggi quanti soldi sono stati buttati? Perché nell'oceano di dati contenuti nel «Blinacio sociale» presentato ieri dalla Procura, c'è anche quello - assai significativo - che riguarda le intercettazioni.

Ebbene, spiega il procuratore Edmondo Bruti Liberati, «continua il trend di riduzione delle intercettazioni: -40% nel 2013-2014 rispetto all'anno giudiziario 2009-2010 e -2% rispetto all'anno giudiziario 2012-2013». A fare impressione, però, sono i numeri assoluuti. Perché per fare fronte alle spese per le intercettazioni telefoniche e ambientali del 2013, infatti, sono stati spesi poco più di 18 milioni di euro, che rappersentanto il 62% del totale delle spese di giustizia (l'attività istituzionale della procura connessa alle indagini, il processo e l'esecuzione delle sentenze), che con le indennità, le custodie, le consulenze (diminuite del 45% rispetto al 2010), e le indennità dei giudici onorari, arrivano a superare i 29 milioni di euro.

Se - grazie a nuovi accordi con i fornitori di servizi, che hanno fissato un limite massimo di costo giornaliero per bersaglio - il 2013 viene giustamente esibito come un successo per il contenimeno dei costi delle

intercettazioni (è diminuito anche il numero dei bersagli, passati da 14.125 a 8.491 in quattro anni), fa specie confrontare il dato con quello del 2011, quando gli «ascolti» erano costati ai contribuenti oltre 33 milioni di euro.

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