C'è un po' di tutto nel quadrilatero di strade che comprende via Paganini, via Monteverdi, piazzale Bacone, via Piccinni e viale Abruzzi. Un reticolato di vie strette tra corso Buenos Aires e piazzale Loreto. Ma ben poche di quelle cose che ci si possono trovare - a parte le abitazioni private, i bar, i negozi, i ristoranti, la piscina comunale e le scuole - rimandano a quel messaggio educativo, a quella ordinata vita sociale, alla moralità e al senso del pudore che gli abitanti di questa zona auspicano per se stessi e per i loro figli. Parlare di degrado sa di trito e ritrito: questa, a livello di residenti, è una buona zona, dove le case al metro quadrato costano e anche assai. Però, se si parla di prostituzione diurna davanti a scuole, bimbi e giardinetti, non si può nemmeno assumere l'aria da intellettuali evoluti e rifarsi alle grandi capitali europee del sesso. Perché qui il fenomeno ha assunto proporzioni cospicue e dagli aspetti inquietanti.
Un ristretto giro di bulgari e romeni, infatti, gestisce la prostituzione diurna (che parte dal mattino presto, quando la gente si piglia cappuccino e brioche al bar e porta i figli a scuola) che qui si divide per etnie, strada per strada. All'angolo tra via Paganini e via Monteverdi, ad esempio, ci sono cinesi e thailandesi. Non pensate a chissà quali maliarde: sono tutte stagionate e molto tristi. Davanti al Mac Donald's e al negozio di articoli sportivi di via Paganini, poi, ci sono matrone nordafricane. Che, insieme ad alcune italiane «storiche» che di solito se ne stanno in viale Abruzzi, non disdegnano anche altre posizioni, come le vicinanze del residence «Domus» (il cui ingresso, solitamente frequentato da una clientela 5 stelle, talvolta, di primo acchito, potrebbe sembrare invece quello di un bordello). Senza contare le albanesi, che si muovono con nonchalance tra viale Abruzzi, via Paganini e via Piccinni. Dove, sotto una pensilina, stazionano un gruppo di romene e qualche italiana visibilmente in cerca di una dose. Droga che, regolarmente, trovano dagli spacciatori dei giardinetti davanti alle scuole di piazzale Bacone.
«Non fanno sesso per strada, no. Però i resti dei preservativi li troviamo dovunque. - ci spiega l'agguerrita Fabiola Minoletti, presidente del Comitato spontaneo Abruzzi-Piccinni, che da tempo denuncia a gran voce la degenerazione della situazione in zona - I bambini, poi, vedono le prostitute quando li portiamo a scuola, dovrebbero avere una maschera sugli occhi per non notarle! E chiedono. Domandano. Chi siano quelle signore, cosa ci facciano lì vestite a quel modo e in quelle condizioni, a quell'ora del mattino...I clienti queste donne li trovano sempre, basti pensare al giro di gente che c'è in zona, incrementato anche dalla sala scommesse di via Monteverdi. Noi del comitato abbiamo fatto foto e filmati, sappiamo gli indirizzi di certi appartamenti messi a disposizione dai loro sfruttatori per le consumazioni, denunciamo la situazione alle forze dell'ordine perché si tratta di vero e proprio disturbo della quiete pubblica. Senza contare che certe notti non riusciamo proprio a dormire. Ma queste signore e chi li gestisce continuano a fare affaroni e a starsene per strada tutto il giorno. Insomma, non è cambiato nulla».
In zona abita anche Marco Donzelli, presidente del Codacons. «È così da anni - ci spiega - con fasi alterne di degrado estremo e pulizia e legalità. Prima c'erano più vigili di quartiere in giro. E qualche controllo in più, anche in piazza Argentina e davanti all'entrata del metrò - vero e proprio crocevia di una prostituzione che approfitta della presenza di una farmacia sempre aperta - lo si notava. Quando era stata chiusa la sala giochi e scommesse avevo personalmente inoltrato alla questura una diffida perché non la riaprissero...Niente da fare».
«Sono qui che lotto da oltre dieci anni» conclude Antonino Di Giunta, 76 anni, responsabile proprio per via Piccinni del comitato presieduto dalla Minoletti. «Vede? - indica da una finestra della sua abitazione - quella cinese è qui da stamattina. Fa avanti e indietro.
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