Zona rossa. Sembra un film già visto perchè esattamente un anno fa La Lombardia era nelle stesse condizioni con una Pasqua all'orizzonte più blindata che mai. Ed oggi la prospettiva cambia di poco se non che c'è una piccola luce in fondo al tunnel tenuta accesa da una campagna vaccinale che, tra disguidi e dubbi, comunque procede.
Ma la realtà è sempre quella dei numeri che parlano di una situazione critica e di una terza ondata che non pare ancora affievolirsi. Ieri i positivi sono stati 4.334 e si contano ancora purtroppo 61 vittime, che portano a 29.220 il totale da inizio pandemia e ad oltre 4mila morti solo da gennaio ad oggi. Il rapporto tra tamponi e positivi è al 9,6%, in lieve calo dal 9,8% di due giorni fa, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 714, con 39 nuovi ingressi, mentre i ricoverati per Covid negli altri reparti sono 6.077 (+9). In tutta la Regione, sono 90.696 le persone in isolamento domiciliare.
Cifre superiori a quelle di tante altre regioni italiane e non stupisce dunque la nuova stretta. Una zona rossa che da questa mattina imporrà tutta una serie di nuove restrizioni ad una regione già duramente provata e che, come ha detto nei giorni scorsi il governatore Attilio Fontana spera «sia l'ultimo sacrificio che chiediamo ai nostri cittadini perchè il processo di vaccinazioni potrebbe, e uso il condizionale perché è subordinato all'arrivo dei vaccini, essere la strada con cui finiremo questa situazione...». Si chiude quindi. Ci si ferma ancora con uno stop che per molti è più che drammatico e rischia di essere la via di non ritorno. Chiuse tutte le scuole compresi i nidi, le scuole dell'infanzia e le elementari, per tornare alla discussa didattica a distanza. Ripristinata l'autocertificazione, necessaria per qualunque spostamento, a dimostrare i «validi motivi» che lo giustifichino: lavoro, salute, necessità. Rigorosamente vietate le visite a casa di amici e parenti, e per lo sport ammesse solo attività all'aperto e individuali. Chiudono i battenti tutte le categorie commerciali non essenziali, i parrucchieri, i barbieri e i centri estetici.
Un «profondo rosso» per le imprese che Confcommercio Milano nei giorni scorsi ha sintetizzato in numeri e percentuali da brividi: «L'ennesimo giro di vite costa molto caro alle attività commerciali- spiegava una bita- 290,2 milioni di euro in meno a settimana e i ricavi subiranno un crollo del 75,3%, per raggiungere un -80% nel settore della ristorazione». Sofferenza anche per la Pasqua che si prospetta di nuovo blindata e che presenta un conto da oltre 120 milioni di euro persi.
«Senza una svolta radicale il sistema delle imprese non può reggere a lungo- certifica Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza- Servono subito nuovi sostegni parametrati alle effettive perdite subite, anche per le imprese con fatturati superiori ai 5 milioni di euro».
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