Al Trivulzio media morti inferiore a quella della città

L'avvocato Nardo e il virologo Pregliasco: "Sull'ente uno tsunami di falsità. Bene l'indagine"

Al Trivulzio media morti inferiore a quella della città

Una conferenza stampa per sgombrare il campo da «alcune notizie false» che sono circolate e che rischiano di minare la credibilità dell'istituto e lo stato d'animo delle famiglie degli ospiti del Pat. Sull'istituto si è abbattuta «un'ondata mediatica come uno tsunami» sostiene il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università statale, dal 24 aprile supervisore della struttura, e il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano, già presidente della Camera penale Vinicio Nardo, legale dell'ente e del direttore Giuseppe Calicchio, accusato di epidemia e omicidio colposi dalla Procura. Nel mirino quanto avvenuto nelle strutture sanitarie e assistenziali gestite dal Pio Albergo Trivulzio nel primo quadrimestre 2020 e, in particolare, nei mesi di marzo e aprile per l'emergenza Covid.

Con i suoi ambulatori specialistici, le strutture di riabilitazione, le RSA, le RSA Alzheimer fino all'Hospice l'ente è una realtà molto permeabile all'esterno, che in situazioni di apparente normalità, come a gennaio e febbraio, vedeva l'ingresso giornaliero di 1000 persone tra parenti, conoscenti e persone che accedevano agli ambulatori, oltre al personale sanitario e di servizio. Ovvero in un periodo in cui il coronavirus circolava già tra alcune migliaia di persone in città e nella regione. Pregliasco e Nardo hanno sottolineato la tempestività delle decisioni assunte in base alle indicazioni delle Autorità sanitarie e ricordando che il 10 marzo, il giorno prima che l'OMS dichiarasse la pandemia, venne decisa la chiusura al pubblico.

Rispetto alle «notizie false» cui si riferiva, l'avvocato Nardo ha specificato che al Trivulzio «nessuno ha mai detto o messo per iscritto che non si dovevano usare le mascherine per non diffondere il panico». Non solo nella prima fase della pandemia quando era nota la gravissima penuria di dispositivi, «pure le forniture ordinarie del Trivulzio sono state dirottate verso gli ospedali. L'istituto si è trovato tagliato fuori dal flusso di priorità e ci siamo affaticati a cercare, come tutti, i dispositivi e le mascherine sul mercato». Oltre «a chiederle alla Protezione civile e alla Regione, si è cercato di trovarli altrove» ha ricordato Nardo, che poi ha ribadito come l'ente abbia seguito le indicazioni dell'Oms secondo cui «si mettevano le mascherine solo ai sintomatici». Non solo, chi ha manifestato sintomi da Covid «è stato curato come se lo fosse, pur in assenza di diagnosi coi tamponi, arrivati solo il 16 aprile». Tradotto: è stato fatto tutto secondo le disposizioni regionali e nazionali.

A dimostrarlo sono i numeri dei decessi più bassi della media cittadina: i i dati di mortalità del Comune evidenziano che a marzo vi è stato un incremento del 75 per cento e nella prima decade di aprile del 135 per cento rispetto al biennio precedente. Nel periodo febbraio/marzo al Pat, rispetto ai valori medi di analoghi mesi 2015/2019, vi è stato un incremento di decessi pari al 29 per cento passando dai 89 decessi medi a 115, mentre tra gennaio/aprile rispetto ai valori medi dell'analogo periodo del 2015/2019, vi è stato un incremento di decessi pari al 61 per cento, passando da 186 decessi medi a 300 decessi.

Dati che non convincono il Comitato Verità e Giustizia per le vittime: «i 300 decessi non tengono conto dei pazienti trasferiti in marzo in ospedale o rimandati a casa, poi risultati positivi - attacca Alessandro Azzoni - che in molti casi hanno contagiato i familiari e sono morti».

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