"Troppi i buoni spesa assegnati agli stranieri"

Battaglia di Forza Italia in Comune: "Pensiamo ai lavoratori italiani esclusi dagli aiuti"

"Troppi i buoni spesa assegnati agli stranieri"

È convocato alle 15,30 di oggi il Consiglio comunale per continuare la discussione sulla destinazione del Fondo di Mutuo Soccorso, istituito ad aprile dal sindaco Beppe Sala per «aiutare, nell'immediato, coloro che più di altri sono messi in difficoltà dalla diffusione del Coronavirus e, successivamente, a sostenere la ripresa delle attività cittadine con interventi più strutturali». Da definire la destinazione degli altri 6 milioni di euro, che si sommano ai 3 milioni approvati dal Consiglio Comunale a febbraio.

Opposizione e maggioranza hanno presentato due ordini del giorno per proporre nuove categorie di lavoratori, cui destinare aiuti pubblici, falcidiati dalla crisi lavorativa e finora esclusi per esempio dal bando del Comune per i Buoni spesa. Da rivedere - secondo il capogruppo di Forza Italia Fabrizio de Pasquale, primo firmatario del documento con Alessandro De Chirico, Luigi Amicone, Gianluca Comazzi, Mariastella Gelmini e Luigi Pagliuca, i criteri di assegnazione dei Buoni spesa per cui in settimana verrà aperto un nuovo bando da 1,9 milioni di euro. La logica dei «reddito complessivo familiare (riferito al 2018) inferiore ai 20mila euro» finora applicato «non tiene in considerazione - spiega De Pasquale - il fatto che molti milanesi hanno perso il lavoro nel 2020 o hanno fatturato il 15 per cento rispetto agli anni scorsi. Così solo il 40 per cento dei buoni sono andati a famiglie italiane precipitate in povertà quest'anno, il resto a stranieri. Pensiamo invece a lavoratori a tempo determinato o autonomi come i tassisti che hanno avuto solo il 15 per cento dei clienti o i dipendenti di cooperative come le scodellatrici di Milano Ristorazione, i lavoratori del settore della cultura e dello spettacolo o dell'edilizia».

Tra le proposte presentate da Forza Italia anche l'istituzione di un fondo affitti per quei 4-5mila piccoli esercizi commerciali, che non hanno lavorato ma che si sono trovati a versare i canoni come le cartolerie, le librerie, i negozi di abbigliamento o arredamento. Così i locali collocati nei mezzanini Atm che, «rimanendo aperti, hanno visto in questi mesi un calo del 97 per cento prima e del 70 per cento ora della clientela a causa delle norme anti Covid».

Tra i punti condivisi con la maggioranza i «voucher mobilità» finalizzati ad abbattere i costi delle corse in taxi

per anziani, personale medico e sanitario, disabili, donne in orari serali e notturni, contributi per la rete delle associazioni sportive, che hanno riaperto ora e delle scuole paritarie, che non hanno percepito rette.

MBr

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