«Era giovane, aveva un passamontagna in testa e, dopo lo sparo, è corso via come una lepre, con la pistola in mano, è svoltato laggiù, a sinistra, in via Domenichino, verso la periferia...Mi era venuta voglia di rincorrerlo. E pensare che all'inizio credevo che quel botto fosse un petardo». La moglie del signor Fabio - 72 anni, capelli bianchi, faccia per bene, occhiali, voce pacata - cerca di trascinarlo altrove, possibilmente in casa. Ma il pensionato - uno dei pochissimi residenti testimoni dell'omicidio avvenuto ieri sera all'angolo tra via Mosè Bianchi e via Aldo Mario, le strade belle in zona San Siro - è ancora troppo spaventato per smettere di parlare. Per terra, sul marciapiede, coperto da un lenzuolo dal quale emergono solo i piedi e il sangue (tanto) c'è il cadavere di Diego Preda, un broker assicurativo che mercoledì prossimo, il 28 novembre, avrebbe compiuto 69 anni. Abitava dall'altra parte della città, in via Bernardino Verro con la moglie, in zona Cermenate, ma faceva il broker assicurativo in via Monte Rosa 21. Ieri sera, dopo aver chiuso l'ufficio ed essere passato in farmacia a prendere dei medicinali, Preda stava andando a recuperare la sua auto in garage per tornarsene a casa. È in quel momento - mancano una manciata di minuti alle 19.30 - che incontra il suo killer. Lo sconosciuto è vestito sportivo, né troppo alto né troppo robusto. Ma ha il volto coperto da un passamontagna e tiene in pugno un revolver. Lo punta contro Preda, mirando alla testa. Un solo colpo. Preciso. Il broker cade subito a terra, il sangue comincia a scorrere copioso sul marciapiede, l'assassino fugge.
In giro c'è pochissima gente, non ci sono bar. Al 113 arrivano un paio di chiamate telefonate di residenti che hanno sentito lo sparo. Gli operatori del 118 tentano di rianimare Diego Preda, ma per lui non c'è più niente da fare.
Sul posto arrivano le volanti, i poliziotti isolano la zona con il cordone sanitario, si appartano con il signor Fabio e con una ragazza, anche lei casuale testimone del delitto. Poi è la volta della squadra mobile. A terra non ci sono bossoli, quindi l'assassino ha usato un revolver, ma il calibro della pallottola non si conosce, l'ogiva è ancora nella testa del cadavere.
Alle 21 sul luogo dell'omicidio arriva la moglie di Preda che singhiozza, sconvolta. Sotto choc trova rifugio in un'ambulanza. Manca solo il figlio, l'unico della vittima. Che viene a sapere dell'assassinio del padre da un amico che l'ha sentito al telegiornale e l'ha avvertito al telefono. Così tocca a lui chiamare il 113 per sapere se quel cadavere steso a terra all'angolo tra due strade sia proprio quello del genitore.
Nativo di Binasco, Preda viene descritto come un uomo piuttosto brillante, ancora amante dei piaceri della vita.
Ha un vecchio precedente per omicidio colposo dell'82 (forse un incidente di caccia) ma per il resto la sua fedina penale è immacolata. La polizia sta facendo ogni possibile verifica sulla sua vita privata e lavorativa. E per tutta la notte ha interrogato testimoni e conoscenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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