Ancora tre casi di stalking. Ancora tre tragedie sfiorate, due a Milano e una a Lissone. Se ne sono occupati lunedì i carabinieri di Milano che, anche stavolta, sono riusciti a scongiurare che liti, pedinamenti, aggressioni, botte e persecuzioni di ogni genere degenerassero in veri e propri omicidi. Perché a Milano esiste un pool di magistrati e investigatori che dovrebbero «selezionare» questi casi e dare la priorità ai più gravi - quelli che possono trasformarsi in tragedie in un arco di tempo piuttosto limitato - allontanando (e magari arrestando) in tempi brevi mariti, ex amanti o vecchi fidanzati animati da un odio difficilmente controllabile. Tuttavia le donne che continuano a morire per stalking sono ancora troppe: secondo i dati forniti dall'Osservatorio nazionale, nei primi nove mesi di quest'anno sono state 90 le donne uccise. E sebbene nel 2011 la cifra fosse addirittura superiore - 127 omicidi - il quadro è tutt'altro che rassicurante.
Ma veniamo a questi tre nuovi casi di stalking. Il primo ad essere finito in manette è un milanese di 37 anni, con problemi di droga, che lunedì intorno alle 13 ieri è stato bloccato dai carabinieri all'esterno dell'asilo nido in piazzale Lotto frequentato dalla sua bambina di un anno. A chiamare i militari è stata la convivente e madre della bimba, anche lei milanese ma 25enne, che al momento di riportare la figlia a casa ha notato il compagno all'ingresso. Per paura di essere picchiata com'era già accaduto in mattinata a casa, ha chiesto aiuto ai carabinieri che hanno successivamente arrestato l'uomo per maltrattamenti in famiglia. Sul corpo della donna e della bambina sono stati trovati infatti lividi e morsi che l'uomo ha definito «segni d'affetto».
Il secondo episodio riguarda un operaio egiziano di 31 anni, pregiudicato, arrestato per stalking in zona Lorenteggio dopo che, per undici mesi - dal novembre 2011 all'ottobre scorso - ha tormentato per mesi un'impiegata milanese di 45 anni con cui aveva avuto una breve relazione. Al termine del rapporto sono iniziate le molestie dell'uomo che la poveretta ha regolarmente denunciato, tanto che l'uomo era già stato arrestato nell'aprile 2011. Condannato a 8 mesi, a ottobre era già fuori. E per l'impiegata è ricominciato l'incubo: la donna è stata costretta a farsi accompagnare ovunque dal nuovo fidanzato.
L'ultimo arresto per tentato omicidio riguarda Luca, un ragazzo di 28 anni, originario della Puglia e residente a Pisa (ha qualche precedente) ma finito in manette nella tarda mattinata di lunedì a Lissone. Luca non si rassegnava per la fine della sua storia con Giulia, un'impiegata sua coetanea che abita proprio a Lissone. Lunedì mattina, da Pisa, Luca ha chiamato la ragazza al telefono per chiederle più volte se aveva una nuova relazione. Giulia ha risposto di no, ma il ragazzo non le ha creduto ed è partito in auto fino a raggiungere l'abitazione della ragazza.
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