Sottraevano soldi ai pusher e rivendevano droga sequestrata durante le perquisizioni. Quattro vigili da ieri mattina sono agli arresti domiciliari e altri tre risultano indagati, le accuse a vario titolo sono di peculato, abuso d'ufficio nonché di falso ideologico e materiale commessi da pubblico ufficiale, le ultime due accuse «aggravate dalla finalità di occultare un altro reato e di assicurarsi il profitto, il prodotto e l'impunità nonché favorite dalla dolosa induzione in errore dell'ufficiale di polizia giudiziaria responsabile dell'intero Nucleo». Le misure cautelari eseguite da Polizia di Stato e polizia locale, sono scattate al termine delle indagini coordinate dalla Procura di Milano. Le indagini era partite dopo un servizio del programma tv «Le Iene» lo scorso ottobre, la stessa trasmissione che una decina di giorni fa ha fatto ri-esplodere il «caso Barbato» in Comune, per giorni il centrodestra ha contestato le presunte anomalie che portarono alle dimissioni dell'ex comandante dei vigili Antonio Barbato, sostituito in 24 ore da Marco Ciacci, chiamato in distacco dalla polizia giudiziaria in Procura. Nel servizio in questione, un marocchino di nome Mohamed raccontò alle «Iene» di aver ricevuto soldi in cambio di soffiate dalla squadra di vigili. Durante le perquisizioni i ghisa del Nucleo Contrasto Stupefacenti avrebbero poi trattenuto parte della droga per rivenderla tramite spacciatori «di fiducia». Le testimonianze raccolte da italiani e stranieri che si dichiaravano vittime dei quel «sistema» finalizzato «a sottrarre somme importanti» (come si legge ora nell'ordinanza) e le immagini riprese dalle telecamere piazzate di nascosto dalla trasmissione durante uno di questi blitz erano piuttosto inequivocabili, per questo il Comando aveva già disposto a ottobre in via cautelativa il trasferimento dei 4 dipendenti ad altri uffici. E ieri sono scattate perquisizioni domiciliari e arresti. Dalle indagini risulta ad esempio che durante un intervento in un alloggio di via Chopin gli agenti trovarono 13.070 euro in contanti ma compilarono un falso verbale trattenendone 3.330.
Il caso ha fatto riacceso la polemica politica sulla gestione della polizia locale che non si era ancora sedata dopo il «caso Barbato», anche se il Comune con una lunga nota ha ripercorso la vicenda e smentito supposte irregolarità sulla scelta di Ciacci. Gli arresti di ieri, afferma il capogruppo regionale di Forza Italia Gianluca Comazzi, «costituiscono un brutto episodio che rischia di gettare discredito sul nostro Corpo di polizia locale. Per tutelare la dignità degli agenti che ne fanno parte il Comando deve effettuare subito un rigoroso controllo interno per prevenire o stroncare fenomeni deleteri. Mi auguro che questo resti un caso isolato, è necessario potenziare i controlli e migliorare i meccanismi di selezione interna, a tutti i livelli». L'eurodeputato Fdi Carlo Fidanza incalza: «Prima il caso dell'ex comandante Barbato allontanato dal sindaco senza motivazioni chiare, adesso 4 agenti del nucleo anti spaccio arrestati e altri tre indagati per presunti rapporti di complicità con alcuni spacciatori. É chiaro che la polizia locale sia allo sbando più totale per colpa di un'amministrazione inefficiente e poco trasparente».
E il consigliere Fdi Riccardo De Corato domanda: «Cosa deve ancora accadere perché il Consiglio apra il dibattito sulla polizia locale e il sindaco venga a riferire? É del tutto evidente che il susseguirsi di scandali all'interno del Corpo, come il caso Barbato, la vicenda della droga o la cricca delle multe abbia delle responsabilità oggettive nella giunta».
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