Violenza sulle donne: nuova rete di centri per la riabilitazione degli uomini condannati

Protocollo firmato da Tribunale, Ats e Cipm. "Così calano le recidive"

Violenza sulle donne: nuova rete di centri per la riabilitazione degli uomini condannati

Un protocollo d'intesa per realizzare il programma di recupero di uomini condannati per violenza contro le donne. Lo hanno firmato ieri il Tribunale, Ats Città Metropolitana e Cipm (Centro italiano per la promozione della mediazione). Lo scopo è quello di individuare e mettere in una cornice istituzionale i centri in cui indirizzare per il trattamento di «rehab» i condannati per stalking, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, come previsto dal Codice Rosso.

«In questo modo - spiega il presidente del Tribunale Roberto Bichi - troviamo i referenti più adatti e diamo ordine e credibilità al percorso di recupero dei condannati per reati contro la persona. Alla risposta repressiva, che pure esiste, si affianca un sistema che cerca di risolvere i problemi psicologici e comportamentali dei soggetti violenti». Aggiunge Fabio Roia, presidente della Sezione autonoma misure di prevenzione: «È il Codice rosso a imporre tale percorso, quando la pena del condannato viene sospesa. A Milano nel 2019 ci sono stati 56 casi di indirizzo al trattamento di riabilitazione». Con il nuovo protocollo, che ha durata biennale e che sarà sottoscritto anche dal Comune, il servizio diventa pubblico e omogeneo, gestito da centri specifici, di cui il Cipm è capofila, che intervengono sugli aspetti criminologici e socio psicologici. «I professionisti che seguono i condannati - aggiunge Roia - effettuano inoltre le valutazioni degli esiti del percorso e individuano eventuali tentativi di manipolazione da parte dell'uomo preso in carico». Il monitoraggio si concentrerà sull'assenza di recidiva. La Regione ha finanziato con 300mila euro il bando per l'assegnazione del servizio, che da Milano ha lo scopo di espandersi alla Lombardia. Gli uomini che entrano nel programma sono inviati dal Tribunale, dai servizi sociali oppure possono accedere spontaneamente. Sono ammessi anche i detenuti. A Milano, pur se la legge non lo impone, è buona prassi che la vittima abbia voce in capitolo nella valutazione per sospensione della pena del violento e accesso alla riabilitazione. L'iniziativa promossa dal Tribunale rientra nel progetto di Ats «Uomo» (Uomini, orientamento e monitoraggio) e affianca la nascita del Ceom (Centro per gli uomini a difesa delle donne).

L'intervento penale in questo settore non risponde al problema in modo adeguato: secondo i dati Ats, un quarto delle denunce viene archiviato e l'89 per cento delle sentenze diventa definitivo dopo tre anni. Dall'aprile 2018 all'aprile 2021 a Milano 384 uomini sono stati inviati al Cipm. In 300 hanno partecipato ai colloqui e solo il 10 per cento ha avuto recidive. Rispetto al 19 per cento di coloro che non si sono presentati.

Tra marzo e giugno 2020, in pieno lockdown, la Lombardia è stata la regione con il maggior numero di chiamate al numero verde anti violenza (1522), il 13,4 per cento del totale. Le telefonate sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2019, anche se il dato può per certi versi essere letto in chiave positiva, come sintomo di maggiore emersione del fenomeno.

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