«Amore, facciamo colazione?» chiede la moglie al marito, vedendolo raggiungere la cucina a un orario, per lui, insolito. «No, perché oggi dobbiamo morire» risponde lui con lo stesso tono con cui avrebbe potuto replicare «Sì, grazie, latte e biscotti».
Per il signor Nicolò C. e la signora Giovanna - classe 1944, sposati, pensionati, una figlia di 42 anni - ieri non è stata una giornata qualunque. Una famiglia normale la loro, nessun segno di squilibrio, in apparenza nessun problema di rilievo. Abitano in via De Pretis, alla Barona. In queste ore, però, sono entrambi ricoverati all'ospedale San Paolo: lui è stato operato, ha serie lesioni all'addome; lei ha ben 40 punti di sutura in una gamba. Entrambi, però, assicurano medici e poliziotti, non corrono pericolo di vita.
Sono le 7.50 quando il 118 si mette in contatto con il 113 segnalando la quasi-tragedia di via De Pretis. Dove Nicolò C., per allontanare la moglie che voleva impedirgli di togliersi la vita con un coltello da cucina, le ha sferrato un violento fendente a una coscia. Quindi, mentre la consorte atterrita, chiama la figlia (e quest'ultima, residente a Corsico e in procinto di raggiungere i genitori, pensa bene di avvertire intanto le ambulanze) si chiude nel bagno e si accoltella più volte all'addome.
Dopo le urla, i pianti, la disperazione, l'arrivo dell'ambulanza e quello immediatamente successivo della volante del commissariato Ticinese sul posto, la corsa all'ospedale, si capisce che la tragedia, stavolta, è stata solo sfiorata. Per miracolo.
Sentita dai poliziotti dopo essere stata curata, la signora Giovanna non riesce a farsi una ragione di quel che è accaduto.
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