Vuol fare il "comandina" anche all'Idroscalo. Fallisce il blitz di Sala

Il sindaco punta alla Fondazione coi privati. Ma il centrodestra lo costringe a discuterne

Vuol fare il "comandina" anche all'Idroscalo. Fallisce il blitz di Sala

Acque agitate sul «mare dei milanesi». Non è riuscito il blitz con cui il sindaco Beppe Sala e il Pd che volevano azzerare in una sola seduta del Consiglio metropolitano l'Istituzione Idroscalo che dal 2018 gestisce il parco e nel cui cda fanno parte Regione, Comune di Peschiera Borromeo e di Segrate, Città metropolitana e Comune di Milano. E (guarda caso) i due enti presieduti da Sala erano gli unici a non avere ancora nominato i nuovi rappresentanti nell'organismo. Nei giorni scorsi è spuntata invece nell'ordine del giorno del Consiglio metropolitano la proposta di scioglimento dell'ente gestore, perchè «non ha conseguito l'auspicata autonomia finanziaria» e «ha finito per rappresentare un aggravio».

Non è stata riconosciuto - come in altri casi - che due anni di pandemia sono stati un evento eccezionale, hanno ridimensionato progetti ed entrate. Ma il centrodestra ha alzato le barricate, ha minacciato di depositare 250 emendamenti se non fosse stato concesso il rinvio della discussione per avere «tutti i chiarimenti del caso e tutelare il patrimonio Idroscalo». E Sala, battezzato di recente «comandina», ha dovuto cedere. «No alla privatizzazione, per come è scritta la delibera oggi non è garantito nemmeno che l'Idroscalo resterà pubblico e i milanesi continueranno ad entrare gratis - protesta il capogruppo della Lega Samuele Piscina con la capogruppo Fi Vera Cocucci e Pino Pozzoli di FdI -. Piuttosto emerge dalle ultime delibere che il cda dell'Istituzione chiedeva chiarimenti a Città Metropolitana su anomalie riscontrate nella gestione del personale, sugli eventi e gli incassi dei parcheggi». Sala era il proponente e ieri ha rinviato la delibera, «mi è stato chiesto di passare attraverso una Commissione - spiega -. Ho chiesto solo che i lavori finiscano prima della prossima seduta» che si terrà tra circa un mese.

Ma tiene il punto: «Le critiche sono plurime, io rispondo che è stato fatto un grande lavoro sull'Idroscalo ma molto c'è da fare e non è semplice raggiungere un equilibrio economico finanziario. Vanno coinvolte anche altre entità. Non riusciamo a chiudere neanche il Bilancio di Città metropolitana e il paradosso è che da un lato si sa che i conti sono delicatissimi, dall'altro si vorrebbe che fosse quasi solo l'ex Provincia a a prendersi la responsabilità dei conti dell'Idroscalo. Non va bene e per coinvolgere altri la formula della Fondazione sarà la migliore per tutti». In aula ieri ha dichiarato la «ferma convinzione che la gestione debba rimanere pubblica e escludo la possibilità che venga istituito un biglietto d'ingresso. Però anche negli ultimi due anni di pandemia abbiamo visto le potenzialità dell'Idroscalo, soprattutto in funzione della particolare situazione che la nostra comunità ha vissuto, dobbiamo andare avanti nella ricerca di un equilibrio finanziario non semplice e di lavori che dobbiamo fare anche in vista dei Mondiali di canoa del 2025 e delle Olimpiadi 2026 perchè qualche effetto potrà esserci».

Piscina ribadisce che il centrodestra non rigetta tout court l'ipotesi Fondazione ma «ad oggi il testo proposto prevede solo lo scioglimento del gestore con ritorno in capo agli uffici di Città metropolitana in attesa che una commissione di esperti scelta da Sala decida la migliore modalità di gestione.

Chi ci garantisce che non opteranno alla fine per la privatizzazione? Il controllo deve rimanere saldamente pubblico e deve continuare a farne parte la Regione. Sala ha tentato il colpo di mano ma il blitz è fallito ed è solo il primo passo, chiederemo garanzie certe e trasparenti».

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