Mimma Posca, madame Champagne «Così Pommery conquisterà l'Italia»

L'amministratrice delegata della filiale italiana del gruppo: «Puntiamo forte sull'Apanage, una cuvée gastronomica»

Andrea Cuomo

È la signora italiana dello Champagne. La donna dallo sguardo al contempo dolce e fiero che da qualche anno guida la filiale italiana di Vranken Pommery, il secondo gruppo per dimensioni della Champagne e quello con il patrimonio vinicolo più importante d'Europa, oltre 7mila ettari di vigneti (nella Champagne con Pommery, Démoiselle, Diamant e Heidsieck-Monopole, ma anche in Provenza e nella Camargue e in Portogallo).

Lei è Mimma Posca. Dal 2013 amministratore delegato di Vranken Pommery Monopole Italia, la filiale aperta nel 2008, proprio mentre il nostro Paese iniziava a perdere posizioni nella classifica delle importazioni della grande bollicina francese: eravamo quarti per quantità e terzi per valore nel 2007, siamo settimi ora, dietro Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Giappone, Belgio e Australia. Mimma ci riceve nella sede milanese della società, in pieno centro a Milano, in piazza Pio XI. Stappa bottiglie, versa, racconta, degusta, si alza, racconta ancora. Concentrata, attenta, appassionata. È presa dalla sfida di dare un nuovo volto in Italia alla Pommery, la maison capofila del gruppo, «che per molti anni è stato lo Champagne delle discoteche». La riconquista dell'Italia da parte della maison riparte dal prodotto, dal vino, dall'espressione del terroir. E dall'abbinamento con il cibo, che deve diventare centrale. «Dobbiamo educare il pubblico al gusto e non al consumo fine a se stesso. Bere Champagne mangiando un panino d'autore, ad esempio, è un'esperienza gastronomica straordinaria». Per questo Pommery si sta finalmente riavvicinando ai ristoranti, «dai quali avevamo la fama di essere lontani. Eravamo solo nelle enoteche o nei locali».

Naturalmente per fare ciò è fondamentale quello che c'è dentro le pesanti ed eleganti bottiglie. «Noi siamo prima di tutto una casa vitivinicola», sussurra Mimma con umiltà. E quindi ecco la scelta di puntare forte sul Brut Apanage, un sans année con una maggiore rispetto ad esempio al più diffuso Brut Royal: «È uno Champagne che fa 42 mesi sui lieviti, molto gastronomico. Una cuvée con una netta prevalenza di Chardonnay, un prodotto di grande qualità ma non troppo impegnativo, perfetto per diventare l'ambasciatore nei ristoranti italiani della nostra maison». L'assaggio ci seduce con un'eleganza ricercata ma non snob. Il perlage è ben fine, il naso richiama la pasticceria, i fiori di campo, gli agrumi. La bocca è avvolgente e nervosa, morbida e masticabile.

Poi Mimma apre qualche altra bottiglia ed è subito amore. Ci ruba il cuore la Cuvée Louise Nature millesimato 2004, il primo «non dosato» targato Pommery. Ciò vuol dire che il vino non viene corretto alla fine con il liqueur de tirage, ciò che gli dona verticalità, fierezza, coerenza. «È il prodotto decisamente più sofisticato della gamma». Due terzi Chardonnay, un terzo Pinot Nero, dieci o undici anni sui lieviti, più un altro anno in bottiglia, un'etichetta che sembra nera ma è trasparente». Un capolavoro d'essai. Poi la Cuvée Louise, che assaggiamo nell'edizione 2004, affascinante come poche; e la magnifica Cuvée Louise Rosé prodotta nel millesimo 2000 con un 60 per cento di Chardonnay (dai crus di Avize e Cremant) e un 40 di Pinot Nero (da Ay) vinificato in rosso, con tanto di fermentazione malolattica.

Poi certo, ci sono altri fattori. «Vorremmo che i ristoratori spingessero il calice, per un consumo più libero.

E vorremmo che non si parlasse più dello Champagne in paragone agli spumanti italiani, sono due cose diverse». Ma soprattutto è l'approccio la sua fissazione: «Lo Champagne non è il vino del lusso né democratico. Va conosciuto, semplicemente». Piacere, Champagne.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica