Il ministro dà un’altra frenata al treno

L’ennesima doccia fredda: «L’ipotesi di finanziamento dei privati non conviene»

Il ministro dà un’altra frenata al treno

Palazzo della Regione, a De Ferrari: prima arrivano i comitati del ponente con i mazzetti di basilico di Prà, poi viene servita la pizza, direttamente al tavolo dove, da un’ora e quaranta, sono seduti i rappresentanti della stampa e alcuni infiltrati, decisi a non perdersi l’«ultima» sul Terzo valico. Imperdibile, ovviamente. Meglio delle barzellette di Totti. Si incrociano i pareri, monta l’attesa. «Fra dieci minuti si comincia. Cose grosse, ancora un po’ di pazienza». È la sesta volta che lo dicono, non funziona più. Come la pizza. La pizza del Terzo valico. Nel frattempo, lui, Tonino Di Pietro, ministro e leader di Italia dei valori, è sempre chiuso lì, in riunione no stop con i cervelli di Regione Liguria, Anas, Ferrovie. Fumano. Filtra dagli stipiti della stanza dei bottoni la notizia che il ministro delle Infrastrutture ha chiesto quando e come sia stato approvato il progetto del treno veloce. Sconcerto: «Vuoi vedere che non sanno di cosa parlano?» prova a inserirsi qualcuno, per sciogliere l’atmosfera. Ma aggiunge subito: «Del resto, le grandi opere sono molto complesse. Fin troppo».
La riunione prosegue, «è la volta buona che si decide, il treno parte» annunciano gli ottimisti. «Vedrete che non usciranno prima della mezzanotte». E invece, no: a pomeriggio inoltrato, chi ha avuto la forza di aspettare dando fondo alla pizza e a un paio di birre di circostanza, riceve il premio che vale l’Oscar della pazienza. I protagonisti del vertice escono dal loculo e si concedono ai microfoni e alle penne velenose. Con l’annuncio che non t’aspetti: «Il Terzo valico... forse sì, ma intanto no. I soldi... ecco. Ci sarebbero, ma non ci sono. Forse. E se ci fossero, non cambierebbe nulla». Spettacolo. Ora si capisce perché sono stati forniti piatti e bicchieri di carta. Ma gli annunci ufficiali sono comunque in tono di trionfo. Burlando, in particolare, esulta: «Partirà entro la fine dell'anno il primo appalto per la realizzazione dei lavori per Lungomare Canepa e sarà la società per Cornigliano il soggetto attuatore per un investimento complessivo di 160 milioni di euro derivanti in parte dall'accordo su Cornigliano e in parte dall'accordo siglato con Anas». Non basta: entro febbraio partirà la gara indetta da Rfi per la realizzazione del ponte sul Polcevera, entro 90 giorni si deciderà il soggetto attuatore del tunnel sub-portuale di Genova «che potrà essere o Autostrade SpA o una società partecipata da Anas, Regione ed enti locali». Il secondo protocollo d'intesa siglato ieri ha definito anche la viabilità relativa ai caselli autostradali di Genova Voltri, Lavagna, Chiavari e Rapallo, nell'ambito del nodo stradale e autostradale di Genova. Infine, è stato fatto «un altro passo avanti sulla strada della realizzazione della gronda di Genova» grazie alla localizzazione del sito dove collocare il materiale di risulta derivante dalla costruzione dell'opera, fuori dalla diga foranea di Genova dove verrà realizzato il nuovo aeroporto previsto dal waterfront di Piano. E il Terzo valico, dov’è finito il Terzo valico? Ci pensa Di Pietro a sistemare le cose: «Se ne parlerà, se mai, nel 2009». I particolari: si farà una gara, nonostante la presenza di una concessione, già revocata, e di un progetto appena presentato da un gruppo di privati.
«Bisogna tutelare gli interessi dello Stato, non quelli dei privati» tuona l’ex magistrato di Mani pulite. Che sul progetto presentato da Impregilo, Condotte e Banca Intesa-San Paolo, eccepisce: «Ma quale autofinanziamento! Il progetto dei privati per il Terzo Valico altro non è che una anticipazione di denaro da farsi poi rendere dallo Stato. A questo punto voglio fare una gara per capire quale progetto mi fa risparmiare. Questi privati hanno fissato il prezzo dell'opera, anticipano i soldi, se la costruiscono e poi se li fanno rendere al costo di 370 milioni di euro l'anno per quarant’anni. Chi mi dice che il prezzo è giusto? Se devo indebitarmi voglio una gara per capire quale è il prezzo migliore». Insomma: non c’azzecca. Il contentino finale: l'opera - precisa Di Pietro - potrà essere finanziata probabilmente a partire dal 2009, quando i progetti in corso per l'Alta Velocità saranno completati. Resta il tempo per qualche scampolo, prima che il ministro lasci il Palazzo. E sono tutti «via libera». Virtuali: gronda bassa - su cui però il ministro aveva appena promesso ai «comitati del basilico» di ripensarci -, gronda di ponente, tunnel subacqueo in porto, nodo di San Benigno, ponte sul Polcevera...

«Siamo molto soddisfatti nel merito e nel metodo - conclude Di Pietro che ha accanto un Burlando stanco-ma-felice - per questa concertazione con gli enti locali, soprattutto in Liguria». La concertazione. Sì, è vero: la musica non era male.

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