«Il ministro dello Sviluppo? Lo saprete tra una settimana»

MilanoL’attesa di un paio di minuti al portone della Prefettura e poi l’abbraccio, come si abbracciano due amici cui il protocollo e le formalità stanno stretti. Sulle note degli inni nazionali è cominciato così, poco dopo le 13 di ieri, l’incontro tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Federazione Russa, Dmitri Medvedev. Un’ora e mezza di colloqui in cui i due leader hanno affrontato, in una sorta di particolarissimo G2, i problemi più incalzanti dello scenario internazionale, dalla crisi mediorientale alla ripresa economica, ma anche le affinità elettive fra i due Paesi, consolidate da tempo dallo stretto legame fra il Cavaliere e Putin, e che porteranno a nuovi accordi bilaterali e a un intenso interscambio culturale e turistico, che si concretizzerà nel prossimo biennio. «Il 2011 sarà l’anno della Cultura e della lingua italiana in Russia e le iniziative saranno molteplici, specie a San Pietroburgo, poi a seguire saranno la cultura e la lingua russa a venire in Italia», ha subito annunciato con soddisfazione il premier.
E a proposito di quest’ultimo aspetto, tanto per offrire al suo ospite un piccolo assaggio delle «straordinarie bellezze artistiche del nostro Paese e della nostra Milano», Berlusconi, come vi raccontiamo in questa stessa pagina, si è proposto nell’insolita veste di Cicerone accompagnando Medvedev (che ha avuto un colloquio telefonico anche con il presidente Napolitano) nei luoghi più deputati della città. Ma torniamo al blindatissimo vertice, al termine del quale, nei quarantacinque minuti dedicati ai giornalisti, il presidente del Consiglio ha voluto regalare un’anticipazione alla stampa: «Debbo dirvi che, lavorandoci in prima persona con l’interim, in questo periodo ho fatto qualche cambiamento importante nella struttura del ministero dello Sviluppo Economico e ora ci siamo, la prossima settimana procederemo alla nomina del nuovo ministro». Tra i più quotati successori del dimissionario Scajola, secondo i rumors che rimbalzavano ieri da Roma, ci sarebbe Paolo Romani. Tramontata l’ipotesi Adolfo Urso, che avrebbe rappresentato una mossa di riavvicinamento al presidente della Camera Gianfranco Fini.
L’imminente nomina al dicastero vacante non è stato l’unico accenno alle vicende di casa nostra fatto dal presidente del Consiglio. Sui rapporti tra Roma e Mosca ha detto: «Ci siamo proposti di sostenere ancora di più le aziende italiane che lavorano in Russia e di agevolare quelle russe che lavorano in Italia, anche per le acciaierie di Piombino è prevista una nuova collaborazione, ma l’amico Dmitri ha avuto anche il mio rinnovato impegno affinché si giunga in tempi rapidi ad una modifica del regime di visti tra Unione europea e Russia, che attualmente frena i rapporti commerciali», ha dichiarato Berlusconi, aggiungendo che «nei primi quattro mesi dell’anno l’interscambio è aumentato del 41 per cento».
«I numeri dell’Italia - gli ha fatto eco Medvedev - denotano che sta uscendo dalla crisi, e anche da noi le cose stanno andando meglio, nel 2010 chiuderemo con una crescita del 5 per cento e la domanda di auto è tornata ai livelli pre-crisi. Ma non è abbastanza, ci serve un’economia ad alta tecnologia, per questo possiamo e vogliamo contare sulle imprese italiane che nel settore farmaceutico, aerospaziale, nucleare e delle telecomunicazioni sarebbero ben accette. La nostra idea - ha aggiunto - è di realizzare vicino a Mosca, una Silicon Valley russa con regime giuridico e fiscale agevolato».
E dal loro G2 è uscita anche qualche considerazione sul G8. «Con il presidente Medvedev abbiamo ribadito la convenienza che il G8 venga mantenuto in questa formula perché, oltre a rappresentare la sede migliore per prendere decisioni di rilievo, offre anche l’opportunità di conoscere anche nuovi leader».

Quasi un assist per l’amico Medvedev che ha definito Berlusconi «come il leader più autorevole e più esperto nelle riunioni del G8. Seguo sempre con molta attenzione cosa fa Silvio e come risponde alle domande» ha aggiunto, prima di incamminarsi con lui, a spasso per Milano.

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