Missione in Libia, perplessi 55 parlamentari Pdl E Formigoni: guerra tutela gli interessi francesi

Passano le risoluzioni di maggioranza e opposizione. C'è il plauso di Napolitano: "La posizione dell'Italia è pienamente nella carta Onu". Ma 55 parlamentari Pdl frenano: "Perplessità sugli obiettivi". Cauto pure Formigoni: "La Francia vuol far fuori le nostre imprese" ASCOLTA L'INTERVISTA

Missione in Libia, perplessi 55 parlamentari Pdl 
E Formigoni: guerra tutela gli interessi francesi

Roma - Passano entrambe le risoluzioni sulla missione in Libia, quella della maggioranza e quella dell’opposizione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato che la posizione dell'Italia è "pienamente nella carta Onu". Tuttavia il titolare della Farnesina Franco Frattini avverte: "Dividersi fa male al Paese". Ma 55 parlamentari del Pdl presentano un documento (primo firmatario Alfredo Mantovano) per esprimere le proprie perplessità sugli obiettivi della missione.

I dubbi del Pdl "La complessità di quanto accade in Libia da qualche settimana avrebbe dovuto far prevalere una ragionevole opzione diplomatica, accompagnata da un concreto intervento umanitario, promosso da tutti gli Stati europei. È quello che, da solo e senza incertezze, ha fatto il Governo italiano allorché ha allestito un campo di accoglienza al confine con la Tunisia e allorché ha inviato aiuti materiali a Bengasi: con ciò l’Italia si è preso carico, nei fatti e non a parole, della sopravvivenza e della dignità di tanti esseri umani". E' quanto viene sottolineato dai 55 parlamentari del Pdl nel documento in cui viene espresso apprezzamento per la linea del governo e in cui si sottolinea che "la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’Onu ha segnato un approccio differente, al quale l’Italia è tenuta a dare esecuzione, pur se - in un’ottica di sostegno alle popolazioni civili - permangono perplessità". Perplessità, osservano i 55 parlamentari del Pdl, sulla "chiara identificazione degli obiettivi della missione militare, sui tempi e sui modi per perseguirli, sulla individuazione dell’unità di comando, d) sul rispetto dei limiti contenuti nella risoluzione medesima, sulle fughe in avanti di qualche partner troppo zelante".

Il sì del governo alle risoluzioni Il numero uno della Farnesina ha fatto presente che "dividersi, quando condividiamo le linee di fondo" dell’intervento in Libia "indebolisce il paese" e non "rappresenta la necessaria solidarietà nei confronti di chi in teatri difficili sta portando la bandiera italiana". "Vogliamo evitare che una guerra sanguinosa proceda", ha continuato il ministro degli Esteri spiegando che il governo vuole "portare aiuto a chi è in balia di un’offensiva bellica indiscriminata" e che è necessaria "la forza, il diritto e il potere di proteggere che l’Onu ha nel suo statuto". Per questo il governo vuole "continuare ad essere protagonista degli aiuti umanitari". Frattini ha poi ricordato che l’Italia è stata "finora il primo e unico paese europeo ad aver portato aiuti a Bengasi con due navi che hanno trasportato un carico di 90 tonnellate di materiali", tra medicinali, cibo e prodotti di prima necessità. "Si tratta - ha aggiunto il titolare della Farnesina - di una testimonianza concreta della vicinanza reale al bisogno del popolo libico".

Il voto contrario del Pd Il Pd ha deciso di votare contro la risoluzione della maggioranza. "E' un pasticcio - afferma il capogruppo Dario Franceschini - che mescola immigrazione e Libia, due problemi diversi". Franceschini ha poi definito un fatto "politicamente rilevante che le opposizioni tutte insieme voteranno un'unica mozione superando i distinguo di ieri e con un atto di responsabilità visto che votiamo il testo uscito dalle commissioni estere". Pieno sostegno a Franceschini anche da Pier Luigi Bersani: "Assisteremo ad una grande prova di responsabilità e autorevolezza delle opposizioni".

Le risoluzioni da votare Saranno tre le risoluzioni sulla situazione in Libia su cui l’Aula della Camera sarà chiamata ad esprimersi. I testi sono stati presentati rispettivamente dalla maggioranza e dalle opposizioni e dal radicale Matteo Mecacci. Ad essere votata per prima sarà quella della maggioranza; tuttavia, ha assicurato il presidente della Camera Gianfranco Fini, anche quella dell’opposizione sarà comunque votata anche se venisse assorbita nei contenuti da quella del centrodestra. La decisione, che non fa precedente, viene assunta dalla presidenza della Camera per un "fraintendimento con il gruppo del Pd sul momento della presentazione dei testi e sull’ordine di votazione".

Tempi brevi per la no fly zone Per quanto riguarda la no fly zone sulla Libia il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha spiegato che "un accordo per l’assunzione di responsabilità da parte della Nato possa essere raggiunto in tempi brevi". "Sono invece in corso di definizione - ha aggiunto La Russa - gli aspetti relativi alla direzione politico strategica e alla discendente struttura di Comando e controllo per le operazioni in atto di protezione dei civili (anche chiamata no fly zone plus, ndr) che prevede anche azioni dirette". Attualmente, ha proseguito il titolare della Difesa, "la guida della coalizione è affidata agli Usa e anche per questo tipo di operazioni l’Italia auspica fortemente un significativo coinvolgimento dell’Alleanza Atlantica che potrà assicurare una chiara e condivisa guida politico strategica".

Il ministro ha, quindi, ricordato come il Consiglio Atlantico abbia ieri affidato la gestione dell’embargo delle armi alla Nato: "Il comando tattico di questa operazione sarà posto, con ogni probabilità, nelle mani del’ammiraglio Veri nelle sue funzioni di comandante navale Nato di Napoli, a sua volta alle dipendenze dell’ammiralgio Usa Locklear".

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