Il mistero del padiglione che «ha problemi di stabilità»

Il mistero del padiglione  che «ha problemi di stabilità»

(...) che si battono da tempo in difesa dell’ospedale, minacciato in qualche modo anche dal piano di ristrutturazione del comparto sanitario voluto dalla Regione. «Che ci siano problemi di stabilità, come sostiene l’assessore - aggiunge Costa - possiamo anche crederci. Ma non si capisce perché questo comporti uno stop così lungo dei lavori. Nel frattempo, sappiamo invece per certo che l’impresa cui era stato assegnato l’appalto è fallita. Il sospetto è che il metodo. spinto, troppo spinto, delle gare al ribasso abbia prodotto, anche in questo caso, pessime conseguenze». Per rispettare i prezzi stracciati, insomma, c’è il rischio che le imprese ricorrano ad abbondanti «iniezioni» di sabbia al posto del cemento...
«Ma come si fa - incalza ancora Costa - a non comunicare alla gente le vere ragioni del blocco dei lavori e, più di tutto, quando il padiglione vedrà la luce, a fronte di un investimento complessivo che si aggira sui 9 milioni di euro? Vogliamo le risposte giuste, la giunta regionale e l’assessore Montaldo non possono più trincerarsi dietro il paravento di spiegazioni evasive».
In realtà, la storia del «9 bis» è alquanto travagliata, al punto che la direzione dei lavori si è riservata di non liquidare all’impresa appaltatrice l’importo di molte opere che si ritiene non eseguite a regola d’arte. Tutto ha origine nel gennaio 2005, quando l’Azienda Villa Scassi assegna l’appalto a un’associazione temporanea d’impresa guidata dalla ditta pistoiese «Tofanelli» e di cui fanno parte due stimate aziende genovesi, Isir Impianti e Crocco. Il costo complessivo previsto di 9 milioni di euro comprende anche gli arredi e le attrezzature, ed è garantito da un forte finanziamento di Stato e Regione. I primi guai a fine 2007: la Tofanelli è in tensione finanziaria, «passa» l’incarico di capogruppo dei lavori alla toscana Cogesto che a sua volta entra in crisi subito dopo. È così che nel 2008, quando era prevista la consegna del padiglione, il cantiere si ferma definitivamente. Da allora si va avanti a speranze e delusioni. Ma la realtà è che la Cogesto non è in grado di riprendere a lavorare, e infine arriva anche la sentenza di fallimento. Siamo ai nostri giorni, ma la soluzione è ancora lontanissima. E gli oltre 100 nuovi posti letto garantiti dal padiglione 9 bis restano un miraggio. «Ma non s’illudano in Regione e alla Asl3 che nel frattempo ha incorporato Villa Scassi - conclude ad alta voce Costa -.

I cittadini che rappresento non se ne staranno zitti e buoni di fronte a questa clamorosa dimostrazione di incapacità e spreco di denaro pubblico». Che poi è l’unica, vera «stabilità» delle amministrazioni inefficienti.

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