Modelli, ora va forte il bello «sudamericano»

È Antonio Battiti una delle rivelazioni: 19 anni, ex studente di odontoiatria, scoperto mentre saliva sul bus

Paola Bulbarelli

Di italiani, stesso problema delle modelle, ce ne sono pochi. Ma se vengono scoperti diventano subito famosissimi. Tra gli uomini basta guardare l’escalation del milanese Samuele (ieri da Ermanno Scervino) richiesto dagli stilisti più famosi e sulla breccia da parecchio tempo. Tra le ragazze sono diventate miti Maria Carla Boscono, romana, e Eva Riccobono, siciliana. Ora è super gettonata Bianca Balti di Lodi, portata per la prima volta in passerella da Dolce e Gabbana. In pratica si contano sulle dita di una mano i belli/e ricercati sul mercato delle agenzie specializzate ma si stanno aprendo nuovi orizzonti.
Sulla scena di questa sfilate milanesi dedicate all’abbigliamento maschile, è comparso Antonio Battiti diciannovenne di Gargnano sul lago di Garda. Scovato a 17 anni mentre saliva sul pullman dopo la scuola da odontotecnico che stava frequentando, Antonio è ormai da due anni nel mondo del fashion. «Odontotecnico lo sono diventato – racconta l’indossatore - ma si guadagnava talmente poco che ho colto l’occasione lasciando senza rimpianti». Certo di rimpianti, in un cambio di vita così radicale e tanto coinvolgente, non ce ne possono essere. «Gli amici mi chiedono di portarli con me. Ecco gli amici sono rimasti quelli di sempre. Nulla è cambiato. Loro sono quelli che ti fanno rimanere con i piedi per terra». Già, perché avere successo potrebbe essere destabilizzante. Non è il caso di Battiti. Ma anche della maggior parte, a differenza delle indossatrici, degli altri modelli. Gentili, disponibili, educati, girano per Milano con il loro zainetto, a piedi, non certo serviti e riveriti come le loro colleghe. Forse è l’unico settore dove i ruoli sono ribaltati. Anche da un punto di vista economico. Una top per una sfilata può chiedere dai 15 ai 25 mila euro, un ragazzo altrettanto noto dai 3 ai 5 mila. Non c’è paragone in pratica, ma tant’è: moda evidentemente fa rima con donna.
«Se una indossatrice dura due minuti, un indossatore trenta secondi», dice Anna Dello Russo, direttore di Uomo Vogue. E in una carriera che dura così poco bisogna sfruttare il momento al massimo. È quello che fanno i più noti e richiesti in queste sfilate milanesi. Dall’americano Tyson (la Gisele Bundchen della situazione), a Corey, a Jeremy Dufour (protagonista della campagna di Vuitton); da Chris Faroux (Vuitton pure lui) a Alex Beck (un po’ anche attore in esclusiva per Prada); dagli argentini Javier de Miguel e Joao Vellutini (campagna Gucci) a Evandro Soldati italoargentino (campagna Calvin Klein) al francese Alban Rassier (campagna Givenchy) che oltre al modello fa il grafico. Alla serie si possono aggiungere Jamie Dorman (Dior Homme) e Dan McMillan. Pare sia in giro pure Jamie Burke, famoso perché immortalato mentre baciava Kate Moss.
C’è un tipo di bellezza che tira di più? «Sulla mia passerella porterò solo ragazzi dall’aria sudamericana – spiega Kean Etro che ha scelto oltre a Antonio Battiti una serie di stupendi modelli - e mi rendo conto che quella è la tipologia più richiesta». Capelli scuri, pelle olivastra quindi. Un uomo che ricorda Toni Musante.

«Sì, sono questi i ragazzi che ora sono molto richiesti – conferma Carlo Alberto Pregnolato, stylist e creatore di straordinarie collezioni di scarpe - anche se va molto anche il tipo alla Steve McQueen». E continua. «In generale sono davvero carini. Soprattutto curati rispetto alle modelle. Loro arrivano con le unghie tagliate, i capelli lavati, profumati di pulito. Ne vediamo a centinaia ma nessuno è trash».

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