Modena da (ri)scoprire tra tesori d'arte, tipicità e bolidi da corsa

Un itinerario all'insegna di velocità e lentezza. Con visite guidate nei templi della motor valley e soste golose

Marina Moioli

Pare che i modenesi doc lo mangino persino a colazione, intinto nel cappuccino. Certo è che il gnocco fritto è una delle glorie gastronomiche modenesi, insieme ai tortellini, all'aceto balsamico e al Lambrusco.

Invece Enzo Ferrari, il modenese più famoso di sempre, amava in modo particolare gli amaretti dell'Antica Pasticceria San Biagio, che sgranocchiava anche quando seguiva le gare delle «Rosse» nei Gran Premi. Oggi i suoi concittadini la domenica mattina fanno la fila davanti alla vetrina in via Emilia 77 per acquistare la delicata Torta delle Rose, legata al ricordo di Gabriele d'Annunzio, la Torta Barozzi o altre prelibatezze. Terra gaudente e dalle mille sorprese, Modena può ben sfregiarsi anche oggi del titolo di «città splendidissima» che Cicerone attribuì all'antica Mutina romana e ha conservato molte delle caratteristiche che più di due secoli fa avevano conquistato Stendhal. Prima fra tutte una gaiezza riservata, conservata con cura, un po' come si deve fare con l'aceto balsamico che un tempo veniva regalato in «dote» ai figli dopo un lungo e laborioso procedimento che richiedeva anni e anni di attenzioni e infinita pazienza.

Stupisce scoprire che il territorio famoso per la velocità dei bolidi targati Ferrari, Lamborghini, Maserati o De Tomaso è anche quello dove nascono tante eccellenze gastronomiche caratterizzate dalla lentezza dei procedimenti di lavorazione: aceto balsamico, prosciutto crudo, Parmigiano Reggiano. I diversi Consorzi di tutela, riuniti sotto l'egida di Piacere Modena (www.piaceremodena.it), offrono a tutti la possibilità di vedere da vicino dove e come nascono questi prodotti Dop e IGP con visite a caseifici (come il 4 Madonne di Lesignana), cantine, acetaie o prosciuttifici (da segnalare quello dei Fratelli Guerzoni) ed esperienze guidate, compresa quella dove si impara a fare la vera pasta fresca emiliana con il mattarello sotto la guida di esperte «azdore», come la mitica Anna Maria Barbieri del ristorante Antica Moka (www.anticamoka.it).

Ma oltre che di sapori (e non dimentichiamoci che in via Stella 22 si trova il miglior ristorante del mondo, l'osteria La Francescana di Massimo Bottura), Modena è anche terra di motori.

Un vero gioiellino da visitare è il Museo Horacio Pagani di San Cesario sul Panaro, che regala un viaggio sorprendente tra i ricordi del designer argentino inventore delle mitiche auto Zonda e Huarya, arrivato a Modena trent'anni fa «per disegnare e costruire auto». Al museo, annesso allo stabilimento da cui escono le esclusivissime supercar targate Pagani, si arriva comodamente con una navetta che parte dal centro città. Sul sito www.modenatur.it si trovano diversi itinerari su misura, come il Discover Ferrari Pavarotti land tour: costa 48 euro e oltre al viaggio in bus comprende accessi ai musei e alle strutture aziendali. Al primo posto non può che esserci la visita del Mef, acronimo del museo casa Enzo Ferrari, dedicato alla vita e al lavoro del fondatore della casa automobilistica in quella che un tempo era l'officina di suo padre Alfredo, in via Paolo Ferrari 85, (musei.ferrari.com). Nella struttura, restaurata con un avveniristico progetto da Jan Kaplicky, si visitano anche alcune stanze della casa dove Enzo nacque nel 1898.

Ma non si può certo dimenticare che Modena è anche e soprattutto una città d'arte piena di capolavori. A cominciare da Duomo, Piazza Grande e torre della Ghirlandina, dichiarati nel 1997 Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Un complesso architettonico che risale al 1099. Da non trascurare anche la visita al Palazzo dei Musei con la Galleria Estense. Qui, tra statue del Bernini, dipinti del Guercino o del Tintoretto e ritratti di Velazquez si ritrova quello di Francesco I d'Este, che è finito sulle etichette di un aceto balsamico IGP e ha fatto la fortuna dell'ottima acetaia Del Duca.

Per soggiornare in città, di fronte alla Biblioteca Estense (dove è gelosamente conservata la Bibbia di Borso d'Este, uno stupefacente manoscritto miniato) c'è il confortevole hotel Central

Park (www.centralparkmodena.com). Mentre l'Agriturismo Garuti di Sorbara (www.garutivini.it) offre ospitalità tra i vigneti del Lambrusco e racconta la storia di una famiglia speciale e molto unita.

Info: www.modenatur.it.

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