Mogadiscio - Uomini armati assaltano un albergo a Mogadiscio. Alcuni parlamentari somali nel mirino dei terroristi. E' di almeno 33 morti (sei sono parlamentari) e oltre 130 feriti il bilancio fornito da fonti del governo transitorio somalo dopo l’attacco sferrato questa mattina dai Shabab che, subito dopo, hanno intrecciato uno scontro a fuoco con i militari per le strade della città.
L'assalto all'hotel Uomini armati somali travestiti con uniformi militari hanno attacco oggi un albergo popolare tra i funzionari governativi e i politici. Secondo il vicepremier, sarebbero state uccise almeno trenta persone, di cui sei sono deputati. Gli islamici radicali somali affiliati ad al Qaeda si stanno scontrando da tre anni contro il fragile governo appoggiato dall’Occidente e controllano gran parte della capitale Mogadiscio. L’attacco non è stato ancora rivendicato. "Hanno assassinato sei membri del parlamento. Stiamo circondando la zona. Vogliamo prenderli e i nostri militari sono là", ha detto per telefono a Reuters il parlamentare Mohamed Hassan.
La Somalia nel caos L’assalto ha sottolineato che il governo e gli oltre 6.300 militari delle forze di peacekeeping dell’Unione Africana non sono riusciti a riportare l’ordine dopo circa due decenni di anarchia, periodo che ha reso il paese una continua fonte di instabilità per l’Africa orientale. Un operatore alberghiero scappato dal palazzo ha detto che uno degli aggressori si è fatto esplodere. Il governo somalo, che è riconosciuto dalle Nazioni Unite pur controllando soltanto alcuni quartieri della città, ha detto che un uomo armato è stato catturato mentre altri due sono rimasti barricati all’interno. L’attacco è arrivato il giorno dopo l’annuncio da parte dell’Unione Africana di un imminente arrivo di centinaia di nuovi peacekeeper, in maggioranza ugandesi, per aiutare il governo nella lotta contro al Shabaab. I militari dell’Unione Africana sono riusciti per lo più a controllare il porto e l’aeroporto e a proteggere il presidente Sheikh Sharif Ahmed, non ottenendo però altri successi significativi. I militanti, che controllano la maggior parte della città e molte zone nel centro e nel sud del paese, hanno attratto combattenti stranieri. Almeno 25 persone sono morte negli scontri di ieri. Oltre 21mila somali sono stati uccisi da quando è esplosa la rivolta dei militanti, 1,5 milioni di persone hanno perso le proprie case e circa 500mila si sono rifugiati in altri paesi della regione.
Attacchi compiuti dai militanti somali contro paesi confinanti sono una minaccia costante, come hanno evidenziato gli attentati suicidi compiuti da al Shabaab il mese scorso in Uganda, costati la vita a 70 persone. L’Uganda è il paese che mette a disposizione gran parte delle forze dell’Unione Africana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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