Mondiali di nuoto, stile libero tra deroghe e iter burocratici

I mondiali di nuoto si avvicinano tra inaugurazioni di impianti - l’ultimo con ventimila metri cubi di spazi coperti, 5 palestre e una piscina di 50 metri aprirà martedì al Torrino - e sequestri della Procura. A poco più di tre settimane dal via, nei cantieri si lavora a ritmi frenetici. Il tempo stringe, molte opere probabilmente non saranno finite. Ma tanto, è chiaro, per alcuni i mondiali sono stati soltanto un alibi.
Roma non avrà per ora la sua città dello sport, a Tor Vergata, che doveva essere il simbolo di questo evento internazionale e che invece ora rischia di rimanere un’opera incompiuta, in compenso avrà nuove strutture, piscine, foresterie, edificate da privati con agevolazioni pubbliche. In pochi, infatti, si sono lasciati sfuggire l’occasione di ampliare circoli, costruire palestre e vasche destinate a ospitare gli allenamenti degli atleti, sulla scia anche di una certa elasticità nella gestione dell’evento, dovuta alla necessità di ultimare le opere necessarie nei tempi dovuti. Tutto sotto il controllo e il coordinamento di un commissario straordinario nominato dal governo proprio per accorciare quando possibile gli iter burocratici richiesti, quel Claudio Rinaldi finito a sua volta sotto inchiesta per alcune presunte irregolarità nell’ampliamento del Salaria Sport Village. Le strutture di questo circolo sono state sequestrate lo scorso 25 maggio dal gip Donatella Pavona che, d’accordo con il pm Sergio Colaicco, ha messo i sigilli alle piscine pur acconsentendo al loro utilizzo per il periodo limitato ai mondiali. I magistrati, del resto, lavorano tra due fuochi, costretti da una parte ad accertare le irregolarità commesse da chi ha abusato di certe procedure e dall’altra a non impedire il regolare svolgimento di questo importante impegno internazionale. Se nel caso del Salaria Sport Village i lavori sarebbero stati eseguiti senza la necessaria intesa con l’assessore all’Urbanistica, in quello del Gav Sport City di Trigoria, sequestrato lunedì scorso, le strutture del circolo sarebbero state realizzate in una zona vincolata paesaggisticamente. Per poter edificare, a quanto pare, sarebbe stata necessaria non una semplice deroga, ma addirittura una variante al piano regolatore. Che non sarebbe nelle competenze e nei poteri del commissario straordinario. «Si parla di un sequestro preventivo - commenta il delegato del sindaco allo Sport, Alessandro Cochi - ovviamente la Procura con i vigili che hanno operato il sequestro avranno delle carte che motivano questo intervento. Noi come consiglio comunale e come maggioranza di governo siamo sicuri di aver espletato al meglio tutti gli iter, di aver ultimato le intese, poi se qualcosa che purtroppo è coordinato dal commissario straordinario di cui io non posso fare oggi il processo, risulterà poco chiaro, la Procura, nella quale il consiglio comunale ha la massima fiducia, si adopererà per verificare i fatti». «L’importante - prosegue Cochi - è che non si faccia di tutta l’erba un fascio per due casi specifici ai mondiali di nuoto che, oltre a portare alla città l’inaugurazione e l’implementazione di strutture pubbliche, private e comunali, è un grandissimo evento sportivo importante per la capitale». Per un impianto sequestrato, un altro ne apre.

Si chiama «Zero9» e verrà inaugurato il 30 giugno al Torrino. «Il nostro municipio - dice il presidente del XII, Pasquale Calzetta - è già all’avanguardia nello sport, ma con questo centro diventerà una punta d’eccellenza per la città».

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