Addio all'Olanda: da oggi in poi solo "Paesi Bassi"

Lo stop all’uso del nome “Olanda” sarebbe motivato dal bisogno di creare un’immagine “più semplice” del Paese, oltre che da ragioni di precisione geografica

Addio all'Olanda: da oggi in poi solo "Paesi Bassi"

Con la fine del 2019 termina anche la doppia toponomastica Olanda-Paesi Bassi. Il governo dell’Aia, scrive La Repubblica, ha infatti deciso di mettere fine all’uso alternativo delle due denominazioni per identificare il Paese dei polder, stabilendo che, da oggi in poi, la nazione si chiamerà soltanto “Regno dei Paesi Bassi”. Il cambio di nome, chiarisce il Guardian, è il risultato di un recente accordo concluso tra l’esecutivo, l’ente nazionale per il Turismo e la confederazione degli industriali.

Entro il prossimo gennaio avrà appunto luogo questa rivoluzione linguistica, che determinerà la correzione di tanti simboli finora associati allo Stato Ue. Ad esempio, riferisce il quotidiano romano, lo storico logo che ha pubblicizzato l’Olanda negli ultimi venticinque anni, ossia il disegno di un tulipano affiancato dalla scritta "Holland", verrà modificato mediante la sostituzione di quest’ultima con le lettere "Nl", acronimo di "Nederland".

Le ragioni ufficiali dello stop alla doppia toponomastica sono state esposte lo scorso novembre, spiega la stessa testata, da Sigrid Kaag, ministro del Commercio estero dell’Aia nonché prima sostenitrice della riforma: “Puntiamo a costruire un’immagine più semplice del Paese, che aiuterà le nostre esportazioni e che servirà ad attrarre investimenti e talenti nelle nuove tecnologie, nello sport e nell’industria culturale”.

Oltre alle ragioni elencate dalla Kaag, il cambio di nome sarebbe giustificato da esigenze di correttezza geografica, dato che il termine “Olanda” indica formalmente due delle dodici province della nazione dei mulini a vento, entrambe sulla costa ovest: l’Olanda settentrionale, in cui si trova Amsterdam, e l’Olanda meridionale, che comprende città quali l’Aia e Rotterdam.

Il motivo reale della svolta governativa sarebbe però la necessità delle autorità neerlandesi di tagliare ogni legame con il “turismo sessuale”. L’esecutivo dell’Aia, riporta Repubblica, avrebbe infatti scelto di mettere fine all’uso del nome “Olanda” perché quest’ultimo sarebbe ultimamente divenuto sempre più associato al quartiere a luci rosse di Amsterdam, pieno di vetrine che espongono ragazze seminude e di locali in cui è possibile consumare tranquillamente marijuana.

Per effetto della rivoluzione linguistica promossa dal governo, sui documenti ufficiali di ministeri, ambasciate, università ed enti locali campeggerà di conseguenza esclusivamente la dicitura “Regno dei Paesi Bassi”. Per eliminare l’errato toponimo “Olanda” dagli stessi atti pubblici verranno impiegati, sottolinea il giornale romano, ben 200 mila euro.

La nuova corretta dicitura nazionale verrà subito impiegata nelle grandi manifestazioni canore e sportive del 2020, come l’Eurovision Song Contest e le Olimpiadi di Tokyo.

Un portavoce del ministero degli Esteri dell’Aja, citato sempre da Repubblica, ha quindi affermato che l’uso della denominazione “Paesi Bassi” nei grandi eventi del prossimo anno metterà fine alla “curiosa” abitudine di promuovere all’estero soltanto una provincia del Paese Ue, invece dell’intero Regno.

Il portavoce ha contestualmente precisato, riferisce la medesima testata, che la svolta linguistica servirà anche a preservare lo Stato affacciato sul Mare del Nord dal turismo di

massa”, rappresentato dai milioni di visitatori che giungono annualmente nella terra dei tulipani non con l’intento di conoscere la storia di quella comunità, ma con il solo fine di fermarsi in poche rinomate vie di Amsterdam.

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