L'Airbus A321-200 della Kogalymavia Airlines, precipitato nel Sinai uccidendo tutte le 224 persone a bordo, si è spezzato in volo. L'esplosione in volo non solo esclude l'ipotesi di una avaria, ma apre la strada all'ipotesi dell'attentato. Anche se l’ipotesi al momento viene considerata improbabile, sembra sempre più accreditare la rivendicazione dei tagliagole dello Stato islamico che si erano vantati di aver abbattuto l'aereo. In realtà, secondo i principali servizi d'intelligence, sarebbe più probabile una bomba esplosa a bordo.
Secondo la compagnia russa Metrojet, il fatto che l'Airbus 321 si sia spezzato in volo, come riferito dopo l’esame della scatola nera, esclude che la causa possa essere stata un’avaria o un errore umano e lascia aperta come spiegazione solo quella di "azioni fisiche o meccaniche". Non solo. La Metrojet ha anche confermato che l’equipaggio non aveva inviato alcun messaggio per indicare che vi fossero problemi all’aereo, prima di schiantarsi. Sebbene gli esperti che, con grande prudenza in attesa dei risultati dell’esame delle due scatole nere, si siano espressi in queste ore a favore di un cedimento strutturale dell’Airbus, seguito da una violenta depressurizzazione che avrebbe fatto precipitare improvvisamente l’aereo, i principali servizi di intelligence mondiale propendono sempre di più per un attentato. Due le ipotesi sul tavolo: una bomba nella stiva o un corto circuito che ha provocato un incendio e spento i motori. Il sito AirLive.net ricorda che il pilota del volo 9268 di Kogalymavia aveva espresso una serie di dubbi sulle condizioni meccaniche dell’Airbus in questione, parlando con la moglie. "Per queste ragioni - precisa AirLive.net - appare altamente improbabile che l’aereo sia stato abbattuto da un’organizzazione terroristica". Ma, secondo un funzionario dei servizi di terra egiziana che, insieme a due ispettori russi, ha effettuato una ispezione pre-volo dell’aereo, l’Airbus appariva in buone condizioni.
Più passano le ore più si fa strada l'ipotesi dell'attanto. Il primo a parlarne è stato Michael Clarke, direttore del Royal United Services Institute. Che ha preso in considerazione l’ipotesi"non di un collasso meccanico, ma piuttosto di un’esplosione a bordo". Anche il Cremlino ammette che quella di un attentato terroristico non è un'ipotesi così remota.
"In questo momento - ha spiegato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov - non si può escludere nessuna ipotesi". Nemmeno il direttore della National Intelligence Usa, James Clapper, ha escluso un atto di terrorismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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