Il pilota del caccia decollato per andare a incrociare la traiettoria dell’A320 di Germanwings "ha visto la fine" dell’aereo con 150 persone a bordo. Lo ha detto il procuratore di Marsiglia che segue l'indagine. Ci sarebbe dunque un altro testimone oculare del disastro dell'Airbus. La testimonianza arriva dopo quella di un pilota civile che quel giorno volava proprio nella zona della sciagura.
“Abbiamo un problema. Un aereo è appena scomparso dal radar, esattamente dove si trova lei. Ha potuto vedere qualcosa?” questo il messaggio radio inviato dalla torre di controllo dell’aeroporto di Marsiglia a Gérard Monchablon, il pilota che la mattina del 24 marzo, la mattina dello schianto dell’Airbus della GermanWings, stava volando con il suo aereo biposto privato nella stessa aerea, a Barcenolette.
Dopo il messaggio Gérard Monchablon è tornato indietro sorvolando proprio il luogo della caduta dell’Airbus Germanwings A320. “La prima cosa che ho fatto – spiega Gerard – è stato provare a cercare una colonna di fumo, ma non c’era nulla di tutto ciò”. La posizione di Gérard Monchablon, circa 3mila metri d’altezza, era infatti troppo alta per vedere i detriti. “Sono scioccato – ha raccontato il pilota alla Bild – l’aereo era praticamente dietro di me qualche secondo prima che Andreas Lubitz lo facesse precipitare”.
Un incidente totalmente incomprensibile spiega Gerard: “Non riesco proprio a spiegarmi come possa essere accaduto.
Non è certo stata una depressurizzazione e anche se il pilota avesse perso conoscenza l’aereo non sarebbe precipitato, avrebbe continuato a volare con il pilota automatico”. Gerard aggiunge: “l’altezza a cui stava volando l’aereo è inspiegabile, bisogna rimanere ad almeno 3 volte l’altezza minima”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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