"Ad Aleppo manca tutto". In città attacchi chimici

"Ad Aleppo manca tutto". In città attacchi chimici

Per quattro giorni non si sono mossi di casa, se non per un breve momento di calma, di cui hanno approfittato per controllare la situazione. Ad Aleppo, da giorni senza acqua ed elettricità e pesantemente bombardata, c'è ancora lo staff di Gvc, ong di Bologna che da tempo lavora in città e ha scelto di non andarsene.

"Per ora stanno bene e siamo costantemente in contatto con loro per quanto ci consente la precarietà delle comunicazioni", ha detto ad AdnKronos la presidente del gruppo, Dina Taddia. Cinque membri dello staff sono ancora ad Aleppo, mentre un'operatrice è a Damasco.

"È cinque anni che i nostri operatori siriani sono ad Aleppo - spiega Taddia -. E' stata una loro scelta soggiornare nella città, fatta per aiutare la popolazione; una scelta che hanno rinnovato in questi giorni per non abbandonare chi ha bisogno. Non abbiamo mai mandato operatori italiani ad Aleppo da quando sono iniziati i conflitti: sarebbe un suicidio".

In città, ricorda la direttrice di Gvc, non ci sono più medicine, gasolio, acqua e generi di prima necessità. Per questo le Nazioni Unite chiedono alle parti in guerra una tregua che possa consentire di entrare ad Aleppo e fornire il minimo indispensabile alla popolazione che ancora vive qui, nonostante cinque anni di guerra.

Le forze militari russe hanno annunciato ieri tre ore di pausa dei bombardamenti al giorno, ma l'Onu è stato chiaro nel dire che il lasso di tempo non è sufficiente perché gli operatori possano sfruttarlo per andare in soccorso alla popolazione. L'inviato speciale per la Siria, Staffan De Mistura ha aggiunto oggi che Mosca è pronta a considerare un prolungamento della tregua.

Da Mosca arriva anche la denuncia di un attacco chimico che sarebbe stato compiuto dalle forze

di opposizione in un quartiere residenziale. "Sono morte sette persone e altre 23 hanno avuto asfissia e ustioni e sono stati ricoverati in ospedale". Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe di un crimine di guerra.

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