In Australia ha avuto inizio in questi giorni un forte dissidio tra il governo e la comunità musulmana locale. Il Gran Muftì del Paese ha infatti annunciato di volere “interrompere ogni forma di collaborazione” con le autorità sul fronte del contrasto alle infiltrazioni jihadiste all’interno della minoranza islamica nazionale. I vertici quest’ultima hanno infatti accusato l’esecutivo di Canberra di avere iniziato, subito dopo l’attentato di Melbourne del 9 novembre scorso, a propagandare un’“ideologia pericolosa”, diretta a “criminalizzare tutti i musulmani”.
Ibrahim Abu Mohamed, Gran Muftì d’Australia, nell’annunciare l’interruzione del dialogo con il governo, ha infatti pubblicamente biasimato il primo ministro Scott Morrison per avere diffuso nel Paese una “psicosi anti-Islam”: “Le dichiarazioni rilasciate da diversi esponenti dell’esecutivo nelle settimane successive all’attentato di Melbourne hanno causato una profonda preoccupazione all’interno della comunità islamica. Secondo le autorità, i responsabili di tale crimine sarebbero tutti i musulmani e non i singoli attentatori arrestati dalla polizia. Il governo vuole criminalizzare la nostra intera comunità addossandole una fantomatica colpa collettiva. Le autorità, inoltre, ci rimproverano per non avere fatto abbastanza sul fronte della prevenzione della propaganda jihadista, ma ignorano completamente le numerose campagne di sensibilizzazione da noi condotte dall’inizio dell’anno nei confronti dei giovani e dei soggetti emarginati. A causa del clima di odio promosso nelle ultime settimane dalle istituzioni nazionali, i musulmani non si sentono più al sicuro in Australia.”
Le accuse avanzate dal Gran Muftì hanno provocato la reazione indignata del premier di Canberra. Scott Morrison ha infatti dichiarato: “La comunità musulmana continua a fare finta di non accorgersi dell’avanzare della propaganda fondamentalista tra i giovani immigrati. Il compito di salvaguardare la società dal proliferare di sentimenti e ideologie pericolosi non spetta soltanto alle istituzioni, ma anche alla società civile e alle organizzazioni religiose. Finora, l’impegno della comunità islamica nella prevenzione del proselitismo jihadista è stato palesemente insufficiente. I vertici della comunità musulmana non sono infatti riusciti a stroncare le infiltrazioni fondamentaliste all’interno di quest’ultima.”
All’indomani dell’attentato di Melbourne, le forze di sicurezza federali hanno avviato un rigoroso monitoraggio degli ambienti islamici
radicali. Pochi giorni fa, sempre nella metropoli dello Stato di Victoria, la polizia ha arrestato tre presunti terroristi, sospettati di essere in procinto di compiere una nuova strage sul suolo australiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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