La sinistra radicale catalana continua a dare spettacolo. Dopo la richiesta di togliere la statua di Colombo perché simbolo dello schiavismo coloniale spagnolo, dopo aver proposto la requisizione della cattedrale di Barcellona per farne un centro sociale, ora è la volta dei bus turistici, presi letteralmente d’assalto da bande di teppisti. Domenica scorsa un gruppo di estrema sinistra indipendentista, Arran, legata al partito CUP, ha rivendicato l’attacco al bus turistico avvenuto il giovedì precedente e ha continuato con atti di vandalismo anche nelle ultime ore. Nato nel 2012 dalla fusione di diversi movimenti indipendentisti, Arran è uno dei gruppi di sinistra più radicali della galassia giovanile indipendentista della Catalogna. Negli ultimi mesi, in particolare, il gruppo si è reso protagonista di diverse azioni di protesta, anche violente, come l’assalto alla sede del Partido Popular di Barcellona, il rogo di foto del Re di Spagna, la rimozione delle targhe franchiste delle strade o anche curiosi gesti come la guerra contro la repressione nei confronti del “bikini”. Azioni dimostrative finora senza gravi conseguenze, ma che questa volta, con l’assalto al bus, poteva avere effetti molto gravi, soprattutto per la paura ingenerata sui turisti ignari di essere di fronte a un gesto dimostrativo e non a un assalto terroristico.
La rivendicazione dell’assalto all’autobus è avvenuta domenica scorsa su internet. Il gruppo ha diffuso attraverso i social network un video in cui si vedono quattro uomini incappucciati che fermano un autobus pieno di turisti in strada, vicino al Camp Nou, tagliano una ruota al veicolo e poi, come ultimo atto, dipingono sul vetro anteriore il messaggio “El turismo mata los barrios”: in italiano “il turismo uccide i quartieri.” L'azione s’inserisce, come affermato da Arran, nel quadro di un “grande ciclo di mobilitazioni contro il turismo di massa”. E, infatti, il video pubblicato dall'organizzazione per annunciare l'operazione inizia con le immagini della città di Barcellona piena di turisti: quel turismo di massa considerato dall’estrema sinistra catalana il nemico da abbattere per la città di Barcellona. Sia il Comune che la Generalitat de Catalunya hanno annunciato indagini approfondite sui fatti e particolari misure legali per fermare queste azioni. Il sindaco della città, Ada Colau ha condannato l'assalto attraverso Twitter, scrivendo che "Protestare per il turismo non può mai passare per intimidire le persone o danneggiare le apparecchiature.", ma è una condanna che non è stata particolarmente apprezzata dai gruppi di opposizione, che hanno sempre accusato il sindaco di avere eccessivi legami con l’estremismo di sinistra e di non aver mai adottato misure realmente repressive nei confronti di gruppi radicali che orbitano introno ai partiti che appoggiano la maggioranza del Comune di Barcellona.
Le critiche non hanno fermato il gruppo, che anzi, si è reso protagonista nelle ultime ore di un ulteriore singolare gesto di vandalismo. Non contenti di aver creato il panico sull’autobus turistico, soprattutto in un periodo in cui è massima l’allerta per il terrorismo internazionale, i membri dell’organizzazione giovanile anticapitalista hanno deciso di bucare le ruote di molte biciclette utilizzate per il bike-sharing dai turisti. Anche in questo caso, la rivendicazione è arrivata tramite i social. Nell’account di Twitter del gruppo è apparso un video in cui si vedono in azione i membri dell’organizzazione, che affermano si tratti di un’azione di rivolta contro le imprese turistiche che occupano gli spazi pubblici.
Una vera e propria “turismofobia” come denunciato dal centrodestra catalano che mette a repentaglio uno ei settori-chiave dell’economia della regione, e cioè il turismo. Se Barcellona è la locomotiva della Catalogna, il merito è anche della sua capacità di attrarre milioni di turisti da tutto il mondo, ma sembra che questo messaggio non sia arrivato dalle parti dell’estrema sinistra.
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