"Non è Draghi a decidere". Botta e risposta tra Italia e Russia

Il Cremlino stizzito dopo le ultime dichiarazioni di Mario Draghi in merito la possibile partecipazione di Putin al G20 di novembre in Indonesia

"Non è Draghi a decidere". Botta e risposta tra Italia e Russia

Mario Draghi nuovamente nel mirino di Mosca, Russia e Italia ancora una volta ai ferri corti per quanto riguarda le ultime posizioni relative al conflitto in Ucraina. Tutto parte dalla possibile partecipazione di Vladimir Putin al G20 in programma a Bali a novembre.

Il dubbio sulla partecupazione di Putin

Indubbiamente il presidente indonesiano, Joko Widodo, quando ha saputo della designazione del suo Paese per l'organizzazione del G20 del 2022 sarà stato molto più contento di adesso. Prima infatti il governo di Jakarta ha visto nel summit tra i grandi della terra la possibilità di promozione internazionale. Adesso invece Widodo è alle prese con un problema non secondario.

Se cioè accettare o meno l'arrivo di Vladimir Putin. La riunione si terrà il 15 e il 16 novembre, c'è ancora del tempo. Ma le pressioni sono molto forti. Per Mosca sarebbe una vetrina, la prima dall'inizio della guerra in Ucraina, per mostrare al mondo di non essere stata isolata. Per Washington ovviamente permettere eventualmente questa vetrina costituirebbe motivo di attrito con l'Indonesia.

Le parole di Mario Draghi

E che la situazione sia piuttosto intricata lo si evince anche dalla recente polemica tra il Cremlino e Palazzo Chigi. Il presidente del consiglio italiano Mario Draghi, parlando in Germania dove è in corso l'altra grande riunione, ossia il G7, ha dichiarato senza molti giri di parole che Vladimir Putin non sarà presente. Forse collegato da remoto, ma comunque non fisicamente al fianco degli stessi capi di Stato e di governo che hanno imposto sanzioni al Cremlino e che hanno condannato le sue azioni contro Kiev.

“Quanto alla presenza del presidente Putin – ha dichiarato dalla Baviera in conferenza stampa Mario Draghi – ho letto anch'io quella dichiarazione del Cremlino. Il presidente Widodo lo esclude, è stato categorico: non verrà. Quello che potrà succedere sarà magari un intervento da remoto, vedremo”.

“L'importante è che il G20 abbia deciso di aiutare e collaborare con la presidenza indonesiana al successo dell'evento – ha poi proseguito Draghi – anche perché il G20 rappresenta un altro importante strumento di politica internazionale. Quindi collaborare e mantenere fermi i valori espressi anche, e di nuovo, durante questo G7: sostegno all'Ucraina, condanna dell'invasione russa. Questi sono i temi che il G7 difenderà nel corso del G20 e ci si aspetta che non sarà solo il G7 naturalmente a sostenerli”.

La posizione di Draghi non riguarda solo un'eventuale inopportunità della presenza fisica di Putin oppure possibili problemi logistici per far atterrare l'aereo del presidente russo in Indonesia. Sembra, al contrario, una posizione politica. Il capo del Cremlino cioè non dovrebbe andare in quanto è in primis il G20 a dover sostenere le azioni volte a difendere Kiev contro l'aggressione di Mosca.

La reazione di Mosca

Una posizione certamente non gradita dalla capitale russa. Qui il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato l'invito del presidente indonesiano. “Il presidente – si legge in una sua nota – non ha ancora deciso se andare o meno”. Da qui poi la stoccata a Mario Draghi. “Non è comunque Draghi a stabilire se Putin andrà o meno, non è il suo compito”.

Da Mosca hanno rilevato, ancora una volta, una presa di posizione dell'Italia molto forte contro il Cremlino.

Ecco perché Peskov ha scelto di sottolineare l'irritazione per le frasi pronunciate dal presidente del consiglio. Si tratta dell'ennesimo episodio di una delle diatribe più accese da quando è iniziato il conflitto, quella cioè tra Roma e Mosca.

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