Catturato il soldato russo incitato dalla moglie a violentare le donne ucraine

Si chiama Roman Bykovsky e apparterrebbe a un reparto russo stanziato in Crimea. Il 12 aprile, in una conversazione intercettata, la moglie lo invitava ridendo a violentare le donne durante la guerra

Catturato il soldato russo incitato dalla moglie a violentare le donne ucraine

Sarebbe stato catturato vicino a Izyum, nell'oblast di Kharkiv, il soldato russo Roman Bykovsky. Si tratta del militare protagonista della telefonata con la moglie in cui si parlava, non senza scherno, della possibilità di abusare e violentare le donne durante la guerra.

La telefonata che ha shockato il mondo

“Vai lì, stupra le donne ucraine e non dirmi niente. Inteso?”, è la frase che più ha fatto scalpore nella conversazione resa nota il 12 aprile su Telegram dall'intelligence di Kiev. Le parole sono state attribuite proprio alla moglie Olga, la quale ridendo ha in qualche modo “autorizzato” il marito a compiere le peggiori razzie in Ucraina. In cambio però di non dirle nulla, secondo un patto macabro e scellerato siglato tra i due.

“Quindi dovrei violentarle e non dirti niente?”, ha risposto lui. “Sì, così non saprei niente. Ti autorizzo – ha controreplicato – ma mi raccomando usa le protezioni”. Il tutto tra risate di scherno che hanno destato più scalpore delle stesse parole.

Per l'intelligence di Kiev si tratterebbe della prova di come i soldati russi vengano inviati in Ucraina con le peggiori delle intenzioni. “Sono le stesse mogli degli invasori – si legge in una nota degli 007 ucraini a commento dell'audio di 32 secondi con la conversazione – a incitare i mariti”.

La telefonata è stata intercettata e subito dopo sia i servizi di sicurezza che alcuni attivisti locali si sono messi a lavoro per identificare gli autori. Così come riportato dal Daily Mail, è stato possibile collegare i numeri telefonici al contatto di Vkontakte, il “Facebook russo”, di Roman Bykovsky.

Quest'ultimo è risultato in effetti essere un soldato russo di 27 anni, originario come la moglie della località di Borel. I due, che hanno anche un figlio di 4 anni, risultano residenti in Crimea dal 2018 e Bykovsky in effetti sembrerebbe appartenere al 108esimo reggimento d'assalto aviotrasportato delle guardie russe, lo stesso impegnato in Crimea nel 2014.

La cattura

Roman Bykovsky sarebbe uno dei soldati russi catturati non lontano da Izyum negli ultimi giorni. Qui sono in corso aspri combattimenti: la cittadina è strategica ed è in mano a Mosca da alcune settimane, con gli ucraini che stanno provando a frenare l'avanzata. Chi lo ha catturato ha riconosciuto volto e voce del soldato protagonista dell'intercettazione diffusa il 12 aprile.

A confermare la cattura di Bykovsky nelle ultime ore è stato anche l'ex deputato russo, oggi oppositore, Ilya Ponomarev. Quest'ultimo ha dato notizia su Telegram dell'avvenuto arresto di quello che è stato identificato come “soldati di Crimea”.

Telefoni protagonisti delle atrocità di guerra

Purtroppo nella guerra in Ucraina sempre più gli smartphone stanno diventando protagonisti di gravi violazioni dei diritti umani. Non solo spesso, da una parte e dell'altra, sono stati filmati abusi perpetuati contro i rispettivi nemici. Ma, come nel caso del soldato russo, le conversazioni sono state fonte di incitamento per commettere gravi e atroci violazioni contro soldati e civili.

In altri casi invece gli smartphone sono stati usati per umiliare i familiari dei caduti.

A marzo ha destato pure scalpore la videochiamata effettuata da alcuni soldati ucraini alla madre e alla fidanzata di un soldato russo morto, in cui ridendo i militari hanno annunciato il decesso rimarcando di non voler far tornare indietro i resti del defunto.

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