Iryna Vereschuk, la fedelissima di Zelensky che resiste all'avanzata russa

Vereschuk è ormai diventata un punto fermo per i tanti ucraini rimasti in patria a resistere contro l'esercito russo. Potrebbe ricoprire ruoli chiave in un eventuale processo di transizione

Iryna Vereschuk, la fedelissima di Zelensky che resiste all'avanzata russa

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, Iryna Vereschuk è stata costretta a riporre nell'armadio talleur, tacchi e vestiti eleganti. Adesso è lei, vicepremier dallo scorso 4 novembre, il volto più noto agli occhi del popolo ucraino dopo quello del presidentissimo Volodymyr Zelensky.

Il volto femminile dell'Ucraina

Vereschuk è ormai diventata un punto fermo per i tanti ucraini rimasti in patria a resistere contro l'esercito russo. Anzi: possiamo addirittura dire che la signora, classe '79, si è trasformata in un simbolo di coraggio, visto che la sua una delle poche facce che, oltre a quella di Zelensky e di pochi altri personaggi, continua ad apparire in pubblico.

In particolare, ogni giorno Vereschuk informa gli abitanti in merito allo stato dei corridoi umanitari. È questo, adesso, il nuovo compito del volto femminile dell'Ucraina devastata dalla guerra; un compito delicato, svolto in maniera professionale e senza farsi travolgere dalle emozioni. Come ha sottolineato il Corriere della Sera, la vicepremier dà quotidianamente conto delle vittime e dei civili che soffrono nelle città assediate, riprende e amplifica i messaggi di Zelensky, chiede il sostegno dell'Occidente e della Nato e accusa Vladimir Putin.

La scalata di Iryna

Prima di ritrovarsi vicepremier, nonché ministro per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, Vereschuk ha trascorso una vita in costante ascesa. È nata e si è formata a Leopoli, dove ha trascorso gran parte della sua esistenza. Qui ha conseguito due lauree: quella in Informazione internazionale presso l'Istituto Militare del Politecnico e quella in Studi legali presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Nazionale Ivan Franko. In seguito si è specializzata in Pubblica amministrazione.

Tra un esame e l'altro, Vereschuk ha prestato servizio per cinque anni come ufficiale nelle forze armate dell'Ucraina. Dal punto di vista professionale è invece partita nel maggio 2007 lavorando come avvocato del Consiglio comunale di Rava-Ruska, comune non distante da Leopoli, e quindi come vicepresidente dell'amministrazione statale regionale di Zhovka. Dal 2010 al 2015 è capo di Rava-Ruska, mentre nel 2016 assume la presidenza dell'ong "International Center for Baltic and Black Sea Studies and Consensus Practices".

L'ingresso in politica

Conservatrice con approccio cosmopolita, Vereschuk ha un soprannome piuttosto pesante da sopportare, visto che la chiamano la "Hillary ucraina". Fatto sta che le elezioni del 2019 le consentono di entrare nel parlamento ucraino, la Rada, tra le fila del partito di Zelensky. Diventa membro del comitato Verkhovna Rada per la sicurezza nazionale, la difesa e l'intelligence, nonché presidente del sottocomitato per la sicurezza e la difesa dello Stato.

Emblematica la sua presa di posizione nei confronti di Stepan Bandera, un patriota di estrema destra esaltato da una parte della popolazione ucraina. Sarà pure un eroe questo Bandera ma "dovrebbe essere chiaro che questa figura storica non troverà mai posto nel pantheon degli eroi ucraini", ebbe a dire Vereschuk qualche tempo fa.

Una figura chiave

Sappiamo che si è risposata in seconde nozze con un ufficiale delle forze speciali ucraine Alpha e che adesso, assieme al figlio 17enne avuto in prime nozze, si trova in una località segreta. Fedelissima di Zelensky, non è da escludere che possa ricoprire ruoli chiave in un eventuale processo di transizione, soprattutto nel caso in cui il governo dovesse lasciare Kiev e trasferirsi a ovest.

Nel 2013, prima dei fatti di piazza Maidan, elogiò Putin, dicendo che avrebbe votato un presidente come lui che "agisce nell'interesse del suo Paese". Sei anni dopo, in un dibattito televisivo, si è ritrovata a rispondere così in merito alla adesione dell'Ucraina alla Nato: "Stiamo bussando ad una porta chiusa e perdendo la nostra reputazione.

Non possiamo andare dove non ci vogliono". Vereschuk si sarebbe scusata per quelle parole che paradossalmente, oggi, descrivono i sentimenti di una parte del popolo ucraino. A maggior ragione dopo la recente decisione della Nato di negare la No Fly Zone in Ucraina.

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